È fallita la negoziazione tra il sindacato degli sceneggiatori e le maggiori produzioni degli Stati Uniti per l’aumento dei compensi e dei diritti d’autore. La vertenza ha scatenato uno sciopero in massa degli scrittori del grande e del piccolo schermo, uno dei più grandi che Hollywood abbia mai visto. L’annuncio è avvenuto tramite una nota ufficiale del Writers Guild of America (Wga), uscita online alle 21 di Los Angeles – le sei di mattina a Roma – a tre ore dalla scadenza del contratto triennale della categoria. Le due parti, infatti, non hanno trovato un accordo dopo quasi due lunghi mesi di contrattazione.
Il comunicato del sindacato, firmato da coloro che hanno condotto la contrattazione, recita: “Il comitato di negoziazione della Wga ha trascorso le ultime sei settimane a negoziare con Netflix, Amazon, Apple, Disney, Discovery-Warner, Nbc Universal, Paramount e Sony sotto l’egida dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp). Nel corso della trattativa, abbiamo spiegato come le pratiche commerciali di queste società abbiano ridotto drasticamente i nostri compensi e i nostri diritti d’autore e, quindi, minato le nostre condizioni di lavoro. Abbiamo chiarito che siamo determinati a raggiungere un nuovo contratto con una retribuzione equa che rifletta il valore del nostro contributo al successo dell’industria e includa protezioni per garantire che la scrittura continui a essere una professione sostenibile”.
I circa 10mila sceneggiatori iscritti al sindacato sono quindi andati in sciopero. Il “blocco degli scrittori” – secondo i media locali – avrà una ricaduta su circa 800mila lavoratori dello spettacolo. Si fermano set e produzioni di alcuni dei programmi più seguiti negli Stati Uniti, tra cui il Jimmy Kimmel Live e il The Tonight Show starring Jimmy Fallon. Il conduttore di quest’ultimo si è schierato a fianco dei suoi collaboratori e colleghi, dichiarando che “se non fosse per i miei sceneggiatori, non avrei uno show. Li supporto pienamente”. L’ultimo grande sciopero di Hollywood risale a 15 anni fa. Anche allora, sono stati gli sceneggiatori di cinema e tivù a congelare l’industria cinematografica più prolifica e famosa del mondo, per 100 giorni. Una mobilitazione che, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 è costata agli Studios circa 2 miliardi di dollari.
Aggiornato il 31 agosto 2023 alle ore 15:36