Puntuale anche questa settimana la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che dà voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo il libro “Un’amicizia” di Silvia Avallone (Rizzoli).

Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984 e vive a Bologna, dove si è laureata in Filosofia e specializzata in Lettere. Con Acciaio, tradotto in 25 lingue e diventato un film, ha vinto numerosi premi, tra i quali il “Campiello Opera Prima”, ed è stata finalista al premio “Strega 2010”. Con Un’amicizia, ha vinto i premi “Benedetto Croce, Cimitile e Viadana”. In BUR sono disponibili anche Acciaio, Da dove la vita è perfetta e Marina Bellezza.

La Storia

Un romanzo avvincente sulla bellezza e la complessità delle relazioni umane, un crescendo emozionale difficile da arginare. Al centro dell’opera troviamo uno dei punti più discussi dei nostri tempi, l’esigenza di apparire differenti rispetto a ciò che siamo veramente. Le due protagoniste crescono insieme per poi intraprendere percorsi differenti, modificando di conseguenza obiettivi e priorità.

“Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea – la sua migliore amica”.

Un’altalena di passioni, di sentimenti contrastanti e di intuizioni esaltanti, un vero e proprio viaggio all’interno dell’universo umano. Le radici vengono poste come elemento base nella costruzione del proprio futuro, senza escludere la crescita interiore, la quale spesso comporta anche sacrifici assai dolorosi. Una storia liquida in grado di formare e far meditare il lettore, posizionandolo al centro della scena, proprio in mezzo alle due donne che la animano.

Aggiornato il 27 gennaio 2023 alle ore 10:32