Puntuale anche questa settimana la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che dà voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo il libro “Vite mie” di Yari Selvetella (Mondadori).

Yari Selvetella è nato a Roma nel 1976. Tra i suoi ultimi romanzi Le regole degli amanti (Bompiani 2020), premio Cambosu, Le stanze dell’addio (Bompiani 2018), candidato al premio Strega, La banda Tevere (Mondadori 2015). Ha pubblicato il libro di poesie La maschera dei gladiatori (CartaCanta 2014). Si è a lungo occupato di storia della criminalità con saggi e reportage di successo. Giornalista e autore televisivo, lavora per la Rai.

 La Storia

Una famiglia allargata come il cuore del protagonista che la anima. Un quadro emozionale perfetto nella sua incompiutezza. Difficile non lasciarsi investire da un’esistenza così complessa nella sua semplicità, così variopinta nella sua andatura costante. Anno dopo anno, giorno dopo giorno, ora dopo ora, con quella unica sigaretta consumata lentamente ad ogni tramonto. Silenzi assordanti che rischiano di far esplodere non solo le pareti di una casa ma quelle di una vita intera.

“Amare non è sufficiente, bisogna sapere come si fa. Talvolta una vita non basta a impararlo per bene, oppure l’abilità coltivata negli anni si dissolve misteriosamente e non rimane altro che un senso di inadeguatezza e di nostalgia. Serve più di una vita, a Claudio Prizio, per poter sentire che sta davvero ricominciando da capo. Gli serve, anzitutto, cercare sé stesso negli altri. Claudio chiede riparo, come ha sempre fatto, alla famiglia, ma anche gli equilibri domestici si stanno ormai modificando”.

Lavoro, amore e affetti assorbono completamente le energie del protagonista, portandolo spesso a smarrirsi tra i meandri della sua psiche, alla ricerca di una felicità impossibile da trattenere tra le proprie mani. Il lettore viene assorbito dalla routine di Claudio e da quella di chi lo circonda. Abitudini quotidiane che a volte sembrano soffocarci, quasi alienarci, ma che spesso rappresentano le principali fonti di calore nelle quali desideriamo rifugiarci nei momenti più difficili. Un’altalena emotiva in grado di accendere anche le anime più fredde, alimentando dolci malinconie e sospingendo romantiche illusioni.

Aggiornato il 09 dicembre 2022 alle ore 11:46