Visioni. “Top Gun: Maverick”, sequel di successo, che non convince

Il seguito di Top Gun arriva 36 anni dopo il primo capitolo. Ma la nuova puntata non aggiunge niente di rilevante alla storia del capitano Pete “Maverick” Mitchell, interpretato dallo splendido sessantenne Tom Cruise. Anche se Top Gun: Maverick è diretto con mano sicura da Joseph Kosinski, il film mostra tutti i suoi limiti, soprattutto di natura narrativa. Maverick poteva diventare generale. Ma il suo habitat naturale è ancora la claustrofobica cabina di pilotaggio di un caccia superveloce. Se ne infischia delle regole. Preferisce collaudare, piuttosto che comandare. Nonostante il suo atteggiamento poco ortodosso, viene incaricato di addestrare una flotta di Top Gun, chiamati ad affrontare una missione ad alto rischio in territorio nemico: distruggere una base segreta di uranio.

Ma, in questo suo ritorno alle origini, Maverick dovrà fare i conti con i demoni del passato, i sensi di colpa, le storiche amicizie e i vecchi-nuovi amori. Il film, una sorta Mission: Impossible ambientato nel mondo dell’aeronautica militare americana, è un’operazione nostalgia che rievoca e mitizza i reaganiani anni Ottanta. Esattamente come allora, il nemico non ha un nome, non ha un volto e non ha sentimenti. È solo un ostacolo da abbattere, letteralmente. Le sequenze di volo sono di grande impatto, ma alla lunga risultano ripetitive. Sicuramente sono più apprezzabili per gli appassionati cultori dei videogame che per i cinefili.

Kosinski confeziona un blockbuster che vuole confrontarsi con il mito del prototipo, diretto da Tony Scott. Il film si conferma in sala uno straordinario successo di pubblico. Nel mondo ha superato gli 1,2 miliardi di dollari, il maggiore incasso globale dell’anno. Il decimo della classifica dei maggiori incassi di tutti i tempi. Al di là dei numeri, il secondo capitolo della saga di Maverick è permeato da amicizie virili, rivalità tra piloti, smargiassate, spiagge assolate e Ray-Ban. I bolidi viaggiano per terra (moto Kawasaki e Porsche grigio-metallizzata), per mare (barca a vela o portaerei), per aria (F-18).

Tuttavia, è struggente il confronto tra Cruise e l’afasico Val Kilmer, che interpreta il generale Tom “Iceman” Kazansky. Nella finzione come nella realtà, l’attore combatte contro un cancro alla gola. La sua voce è stata creata sfruttando l’intelligenza artificiale di Sonatic, che l’ha praticamente doppiata, cercando di renderla il più fedele possibile. Situazione opposta, massimo inelegante affronto, è il mancato invito della 65enne Kelly McGillis (l’amata di Maverick, Charlotte “Charlie” Blackwood del film dell’86), ritenuta fuori dagli standard hollywoodiani, in favore della 51enne fascinosa Jennifer Connelly (che dà il volto alla nuova fiamma, Penny Benjamin). Al di là del racconto bellico, Top Gun: Maverick mette in scena una classica storia di redenzione. Una sceneggiatura in tre atti che riecheggia gli insegnamenti del teorico Syd Field: inizio, svolgimento e fine. Un andamento aristotelico che assurge ad exemplum. Una storia di perdono che nasconde, in realtà, l’incapacità di accettare il presente. In fin dei conti, Maverick è un uomo che vive nel passato. Un vecchio pilota che non è disposto a cambiare. 

Aggiornato il 22 luglio 2022 alle ore 19:44