Visioni. “Acque profonde”, un filmaccio tedioso e poco sensuale

Adrian Lyne torna, dopo vent’anni, dietro la macchina da presa. Il risultato è il pessimo Acque profonde, un filmaccio tedioso e poco sensuale da quasi cinquanta milioni di dollari. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo noir del 1957 di Patricia Highsmith, è stata distribuita dal 18 marzo 2022 sulla piattaforma televisiva statunitense Hulu e nel resto del mondo su Amazon Prime Video. L’81enne regista britannico racconta la travagliata storia d’amore di una coppia borghese che vive in campagna, nella piccola città di Little Wesley, in Louisiana. I ricchi e belli Vic (il 49enne attore statunitense, Ben Affleck) e Melinda (la 34 attrice cubana, Ana de Armas) Van Allen.

I due sono sposati, ma senza amore. La relazione si basa sull’ossessione, sulla passività, sull’adorazione dell’uomo per la donna. Ma, nonostante la moglie viva apertamente le proprie simpatie extraconiugali, il marito “voyeur” evita, accuratamente, il divorzio. Forse, per evitare che la loro piccola figlia Trixie (Grace Jenkins) subisca il trauma della separazione e dello scandalo. Quando l’amante della donna viene trovato morto, però Vic diventa il principale sospettato. Anzi, l’uomo rivendica, addirittura, di essere l’artefice dell’omicidio. Si tratta solo uno scherzo di cattivo gusto?

Acque profonde è il nono film di uno specialista del thriller con venature erotiche. Una sorta di cattivo maestro del “giallo sexy”. Al suo attivo figurano una serie di film passati alla storia del cinema popolare: A donne con gli amici (1980), Flashdance (1983), 9 settimane e ½ (1986), Attrazione fatale (1987), Allucinazione perversa (1990), Proposta indecente (1993), Lolita (1997), Unfaithful – L’amore infedele (2002).

Sorprende che Ben Affleck (autore di un capolavoro come Argo) abbia accettato di recitare in un film tanto superficiale e dagli sviluppi narrativi così improbabili. Eppure, nonostante per tre quarti del racconto il suo personaggio risulti insopportabile allo spettatore, Affleck recita “controllato”, torvo e indolente, fino alla conclusiva “catarsi”. Al contrario, se Ana de Armas, che repelle e seduce, appare inizialmente una conturbante femme fatale, alla fine suona risibile per il suo stucchevole moralismo.

Acque profonde è un film mediocre, un racconto semplice e di poche pretese, realizzato molto male. Il lungometraggio appare sin troppo freddo lungo il suo percorso narrativo. Nel 1981 il regista francese Michel Deville firma una trasposizione del testo di Highsmith, dirigendo magnificamente Jean-Louis Trintignant e Isabelle Huppert. Ma se quel film appare ancora attuale, pervaso da una straordinaria forza visionaria, la rilettura di Lyne girata oggi risulta, paradossalmente, datata. Le dinamiche che si attivano tra i corpi di Vic e Melinda non suscitano mai la curiosità dello spettatore. Il gioco di potere che i due mettono in scena non riesce mai a coinvolgere. La sottomissione dell’uomo nei confronti della donna appare forzata, mai credibile. Per niente sensuale. Nonostante tra i due attori sia scoccata una scintilla e sia iniziata (e subito finita) una breve relazione, anche fuori dallo schermo.

Aggiornato il 25 marzo 2022 alle ore 11:46