Tognazzi, il centenario dell’alterUgo del cinema italiano

Un francobollo celebra il centenario della nascita di Ugo Tognazzi (Cremona, 23 marzo 1922). La speciale emissione del ministero dello Sviluppo economico appartiene alla serie tematica “Eccellenze dello spettacolo”, tariffa B, pari a 1,10 euro. La tiratura è di trecentomila esemplari. Il francobollo è stampato dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. “Quando interpreto un personaggio che mi assomiglia – diceva l’attore – posso aggiungere senza difficoltà parecchi tic personali e i miei tic non sono identici a quelli degli altri. Offro così al pubblico una dimensione media in cui si può riconoscere”.

Insieme ad Alberto Sordi, a Vittorio Gassman e a Nino Manfredi, Ugo Tognazzi è stato uno dei “quattro moschettieri” della commedia all’italiana. Forse, il più coraggioso. Sicuramente, il più anticonformista. Attore, regista e comico appassionato. Centocinquanta personaggi interpretati per il grande schermo. Una carrellata di macchiette comiche per la televisione. Il teatro: l’amore degli inizi. Un’autentica venerazione per il cinema d’autore, tre libri di cucina e un premio che suona come una consacrazione, la Palma d’oro a Cannes per l’interpretazione del film La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci, nel 1981. In carriere vince tre David di Donatello, un Globo d’oro, due Grolle d’oro, quattro Nastri d’argento.

Timido, malinconico, donnaiolo, generoso, gentile, non nasconde la propria vera ambizione: diventare un autentico capò tribù. Tognazzi esordisce a teatro da giovanissimo nella filodrammatica del dopolavoro. Questa sua attività prosegue sotto le armi quando, durante la Seconda guerra mondiale, organizza spettacoli di varietà e si esibisce per i suoi commilitoni. Nel 1945, alla fine della guerra, si trasferisce a Milano dove viene scritturato dalla compagnia di Wanda Osiris. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello. Insieme danno vita a una delle coppie comiche più amate del nostro spettacolo. Un grande successo che, dal ‘54 al ‘59, porterà in televisione lo storico varietà Un due tre. La carriera di Ugo Tognazzi approda sui set negli anni Sessanta e Settanta. Porta sul grande schermo personaggi indimenticabili. È protagonista di successi assoluti del cinema europeo: Il vizietto di Édouard Molinaro, Il federale di Luciano Salce, I mostri di Dino Risi, Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli, Porcile di Pier Paolo Pasolini, Il commissario Pepe di Ettore Scola, Barbarella di Roger Vadim, Nell’anno del Signore di Luigi Magni, Il maestro e Margherita di Aleksandar Petrović, La proprietà non è più un furto di Elio Petri, Ultimo minuto di Pupi Avati.

Stabilisce un sodalizio artistico con Marco Ferreri, suo grande amico e mentore, la cui vena surreale gli consente di offrire interpretazioni volutamente grottesche. Ferreri dirige Tognazzi in nove film: Una storia moderna – L’ape regina (1963), La donna scimmia (1964), Il professore, episodio di Controsesso (1964), L’uomo dei cinque palloni, episodio di Oggi, domani, dopodomani (1965), Marcia nuziale (1966), L’harem (1967), L’udienza (1972), Non toccare la donna bianca. Fino al capolavoro La grande abbuffata. Ma il personaggio che lo consacra nell’immaginario collettivo, resta, senza dubbio, il decadente, malinconico e goliardico conte Raffaello Mascetti di Amici miei di Mario Monicelli, da un’idea di Pietro Germi.

Il figlio regista Ricky (con la complicità dei fratelli cineasti Thomas, Gianmarco e Maria Sole) gli ha dedicato un omaggio in forma di documentario: Voglia matta di vivere, disponibile in streaming su RaiPlay. Un Ugo “privato”, familiare. Tra cinema, cucina, tennis e memorabili burle. Lo ricorda anche la sua città natale, con due giorni di convegno internazionale, Questa specie d’attore curato da Elena Mosconi. In aprile, a Velletri, viene aperta al pubblico la sua casa-museo, mentre Torvajanica lo ricorda in agosto, con una serie di iniziative gastronomiche, mostre fotografiche e la ripresa del celebre torneo di tennis al Villaggio Tognazzi, adesso reinventato nel segno del padel: Da Lo scolapasta d’oro a La padella d’oro.

Altre iniziative sono in programma alla Mostra del cinema di Venezia e alla Festa del cinema di Roma. Per tornare a Cremona. In novembre. Con una “Cena con Ugo”. Un “viaggio nelle case” dell’attore e nella sua memoria che mette insieme le note salienti del carattere e dell’arte: la passione per la recitazione, il legame profondo con il territorio, il virtuosismo gastronomico, la necessità dei numerosi amici. L’alterUgo del cinema italiano muore nel sonno, a 68 anni, nella sua abitazione romana. È il 27 ottobre 1990.

Aggiornato il 23 marzo 2022 alle ore 17:55