Dopo una lunga pausa ritorna la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che vuole dare voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana. Per questo week-end di fine ottobre vi consigliamo il libro “A voce bassa” di Franco Roselli (Ensemble Edizioni). Si tratta di un testo che esce ad un anno dalla improvvisa scomparsa dell’autore.

Franco Roselli ha vissuto tra Roma e gli Stati Uniti. È stato sceneggiatore, regista, ghostwriter, autore televisivo e scrittore. Ha lavorato al fianco di registi del calibro di François Truffaut e Rainer Werner Fassbinder. È stato tra gli autori di Blob, lo storico programma di Rai 3. Ha pubblicato, tre le altre cose, la raccolta di racconti Prima un idiota (2000), il libro fotografico Porte e Finestre (2010) e i romanzi Un buddha in giardino (2014) e Il profumo degli occhi (2019).

La Storia

Una splendida raccolta di racconti in cui poter apprezzare pregi e difetti dell’umanità, in cui poter fiutare il bene e il male, senza lasciarsi fuorviare dall’apparenza e da tutto ciò che rischia di alterare le nostre impressioni. Una tela narrativa che avvolge con calore frammenti di vite tanto diverse quanto sospese, nel tentativo di evidenziarne la delicatezza spirituale.

“Sei racconti in cui ritroviamo una galleria di volti, di storie dolorose e imbarazzanti, anime che si nutrono di bellezza, di felicità, vite disposte come note musicali su di un pentagramma. Un’umanità fragile e testarda, raccontata alla maniera di Aznavour, uno dei più amati e grandi chansonnier francesi che tanto ha ispirato molti artisti anche del nostro Paese. Uomini e donne vestiti di una malinconia sottile in eterna tensione tra l’amore e la morte, raccontati con una certa ironia benevola e scanzonata, tagliente ma mai giudicante. Personaggi ‘umanissimi’ che vivono ‘a voce bassa’ nelle loro ‘stanze di vita quotidiana’, carichi di umori e di odori: l’odore della cannella che si sprigiona da un cofanetto appena aperto, l’aroma del caffè ancora fumante e la dolce fragranza di una torta di mirtilli”.

La luce e l’oscurità si alternano, alimentando un gioco d’ombre assai conturbante, in grado di far riflettere il lettore fino a trascinarlo in una sorta di autoanalisi esistenziale. Un’opera dolceamara, a tratti didattica e certamente densa di spunti filosofici, un testo da custodire gelosamente come il ricordo del grande Franco Roselli.

Aggiornato il 02 novembre 2021 alle ore 12:29