L’artista Christo, morto a maggio scorso, ha colpito ancora ma a modo suo. Da sabato 18 settembre, i parigini e non solo loro, potranno vedere l’Arco di Trionfo con un occhio diverso. Infatti, oltre 25mila metri quadrati di tessuto riciclabile in polipropilene argento bluastro e tremila metri di rosso corda hanno trasformato il monumento parigino in una vera e propria opera d’arte. Si tratta di un’operazione realizzata in stretta collaborazione con il Centre Pompidou e il Centre des Monuments nationaux e che ha richiesto tanto lavoro. Come ha raccontato Vladimir Javacheff, nipote dell’artista, ci sono volute tre squadre di operai e tecnici che si sono alternati 24 ore al giorno per completare la nuova struttura. I lavori di installazione sono iniziati il 15 luglio scorso con il montaggio delle impalcature al fine di tenere il tessuto lontano dalla pietra del monumento.
Domenica 12 settembre, sono stati invece “srotolati” i primi drappi di polypropylene che hanno cinto l’Arco di epoca napoleonica. Per quanto riguarda lo smantellamento, inizierà il 4 ottobre e terminerà entro 10 novembre 2021. Un vero tour de force fortemente voluto dall’equipe di Christo per onorare il ricordo dell’artista bulgaro e della compagna Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009. Il progetto iniziale era stato pensato 60 anni fa dal padre della land art insieme alla compagna Jeanne-Claude. Tra il 1962 e il 1963, Christo, appena approdato nella capitale francese, si innamora del monumento voluto da Napoleone Bonaparte per celebrare la vittoria nella battaglia di Austerlitz e realizza il primo fotomontaggio con l’Arco di Trionfo impacchettato, per poi proseguire, nel 1988, con un collage.
L’opera doveva essere presentata per Les Journées du Patrimoine e La Nuit Blanche nel settembre del 2020, ma la crisi sanitaria ha costretto a rinviare i lavori fino ad oggi, dove finalmente vedrà la luce. L’Arc de Triomphe Wrapped, costata 14 milioni di euro, è un’opera interamente finanziata dalla fondazione di Christo V. Javacheff, attraverso la vendita di studi preparatori, disegni e collage di Christo del progetto, nonché modelli in scala, opere degli anni Cinquanta e Sessanta e litografie originali su altri argomenti. Questo lavoro visionario andrà così ad aggiungersi alla lunga ed importantissima lista di capolavori che il duo artistico nell’arco della loro carriera ha realizzato in tutto il mondo. Tra i più famosi, ricordiamo l’imballaggio del Pont Neuf a Parigi nel 1985. L’opera venne realizzata dopo nove anni di richieste e negoziati, quando l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac diede loro il permesso di imballare il più vecchio ponte della città. L’impacchettamento fu mantenuto fino al 22 settembre del 1985 e furono usati 40mila metri quadrati di telo di poliestere giallo ocra. Oppure The Floating Piers, la piattaforma galleggiante realizzata nel 2015. Consisteva in una rete di pontili galleggianti aperti al pubblico sul lago d’Iseo messi in opera tra Sulzano, Montisola e l’isola di San Paolo.
L’opera ha attratto oltre 380mila visitatori da tutto il mondo. Che l’ultima opera sia stata realizzata a Parigi, la capitale tanto amata dall’artista non è un caso e proprio prima di morire Christo, parlando dell’Arc de Triomphe empaqueté, disse: “Sarà come un oggetto vivente che si animerà nel vento e rifletterà la luce. Le pieghe si muoveranno, la superficie del monumento diventerà sensuale. Le persone avranno voglia di toccare l’Arco di Trionfo”. Come dargli torto.
Aggiornato il 20 settembre 2021 alle ore 11:11