Antonio Canova arrivò a Roma a 27 anni. Dal piccolo paese di Possagno (Veneto) approdò nella Capitale e lì conobbe un successo internazionale e mondiale. Proprio per rendere omaggio al periodo romano del grande scultore del Neoclassicismo, Palazzo Braschi fino al 15 marzo ha allestito la mostra “Canova. Eterna bellezza” con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti musei e collezioni italiane e straniere. Tra busti in marmi e statue in gesso il visitatore è accompagnato durante il percorso nel mondo della creazione. Imponenti statue dominano alcune stanze del Palazzo, abbracciando nella semi oscurità gli ospiti.
Attraverso disegni, bozzetti e modellini, anche di grande formato, è possibile approfondire il lavoro dell’artista per i grandi Monumenti funerari di Clemente XIV e di Clemente XIII, e per il Monumento agli ultimi Stuart. L’esposizione, infatti, di diversi materiali di studio dell’artista permette di conoscere i vari passaggi che lo portavano alla realizzazione delle sue preziosissime sculture in marmo. Sempre a Roma poi è possibile, con un po’ di fortuna, visitare la Fornace usata da Canova per realizzare le sue opere e che si trova in via Canova 22 (zona via del Corso).
Proprio in Italia, Canova studia la scultura antica, conosciuta anche attraverso il suo viaggio del 1780 a Pompei, Ercolano e Paestum, e viene a contatto con artisti ed intellettuali che teorizzano un nuovo ritorno al classico. Ma è Roma che gli dà linfa vitale e creativa.
Dai tesori dei Musei Capitolini a quelli dei Musei Vaticani, dalle raccolte dei Farnese e dei Ludovisi ai marmi inseriti nel contesto urbano dell’epoca, furono tantissime le opere che l’artista studiò minuziosamente per poi provare a ricrearle a modo suo.
La mostra è imponente, anche se mancano moltissimi lavori che per motivo di fragilità non sono state spedite nella Capitale. Come ad esempio “Amore e Psiche” che si trova attualmente al museo del Louvre a Parigi.
Una curiosità: ogni giorno, alle 17, è offerto al pubblico un programma di focus incentrati su particolari aspetti della vita e dell’opera di Canova, della durata di massimo 30 minuti e totalmente gratuito. Un modo per avvicinare le persone all’arte e far capire meglio la vita dello scultore anche in relazione al periodo storico dell’epoca.
Chiude la mostra la “Danzatrice con le mani sui fianchi” dall’Ermitage di San Pietroburgo che, rotando su se stessa, si moltiplica nelle innumerevoli apparizioni nella stanza ricoperta di specchi, quasi animandosi e prendendo vita.
Aggiornato il 07 febbraio 2020 alle ore 15:52