Futuro e valori: Congresso mondiale di filosofia alla Sapienza

La Società Filosofica Italiana riunisce docenti universitari, ricercatori, dottorandi e professori di filosofia dei licei. L’unica associazione che dal 1906, dalla sua fondazione, trasversalmente, mantiene questa caratteristica ibrida, ossia contenere il mondo universitario e il mondo scolastico. Sono molti anni che l’Italia non riesce a sfornare un nuovo intellettuale di caratura internazionale, per questo in certi ambienti all’estero ci tengono ai margini. Quindi ben venga questo grande Congresso mondiale di filosofia che si svolgerà a fine luglio 2024, verso cui nutriamo tante aspettative e che concentrerà a Roma la crème degli intellettuali ed accademici di tutto il mondo, grazie al professor Luca Maria Scarantino, Presidente di Fisp (Federazione internazionale delle società di filosofia), che ha saputo intercettare il momento giusto per candidare il nostro Paese, che ospiterà il grande evento per la quarta volta, caso unico al mondo, evidente segnale di quanto l’Italia sia stimata dalla Comunità filosofica internazionale per il contributo che ha dato e che può dare al dibattito filosofico globale. Per la prima volta in 125 anni l’evento si terrà a Roma dal primo congresso di Parigi che si svolse nel 1900. Nelle fasi di preparazione saranno i migliori cervelli e le forze scientifiche ed intellettuali del nostro Paese ad interfacciarsi con le più grandi personalità del mondo delle imprese, dell’economia, dell’informazione e delle istituzioni.

Oggi alle 15, presso il Rettorato della Sapienza, in presenza della professoressa Antonella Polimeni, magnifico Rettore della Università La Sapienza, verrà firmato l’accordo fra la Società filosofica italiana, l’Università La Sapienza e l’International federation of philosophical societies (Fisp), associazione non governativa legata all’Unesco che riunisce tutte le società scientifiche nazionali di tutti i Paesi del mondo in Europa, America, Asia, Africa. I congressi mondiali riguardano tutte le grandi domande della vita, il futuro, i valori condivisi, le grandi questioni, la convivenza pacifica, come dare un futuro alle nuove generazioni, come valorizzare le nuove generazioni, ma anche l’ambiente e la sostenibilità.

“Ma non è solo questo – ha dichiarato il segretario della Società di filosofia italiana, professoressa Francesca Gambetti, che insegna all’Università Roma Tre – si riunisce l’elìte dell’ambiente accademico di tutti i Paesi federati, ed è quindi anche fondamentale una investitura politica. Se l’Università La Sapienza fa un accordo con la Cina, per esempio, che investe milioni di dollari e dove si è tenuto l’ultimo congresso mondiale all’università di Pechino nel 2018, ciò ha un peso politico non indifferente. Accordi con la Cina, con la Russia, con gli Stati Uniti, con Israele, presuppongono delle relazioni molto forti, per cui si deve essere cauti perché intorno alla filosofia ruotano anche altre discipline come la sociologia, la bioetica, l’economia, il tema dei diritti. Insomma, si cammina sulle uova e non bisogna offendere le altrui sensibilità. Così bisogna vedere anche le formule di comunicazione, studiare i cerimoniali, le formule di cortesia. Un’esperienza unica, veramente globale. Da oggi fino ai primi di agosto 2024 l’Italia sarà al centro, perché la comunità scientifica italiana sarà chiamata ad organizzare questo importantissimo congresso.

L’Italia sarà all'altezza?

Certo, la comunità scientifica italiana è piuttosto cospicua e in situazioni complicate gli italiani danno sempre il meglio. Abbiamo tantissimi corsi di laurea e dipartimenti di filosofia su tutto il territorio italiano per vocazione e per cultura. Ed è difficile che sia così in altri Paesi europei ed extraeuropei. C’è qualcosa in Germania e in Francia. Ma da noi la cultura filosofica è molto più diffusa. Come dicevo, noi abbiamo il compito di riunire e la vetrina è troppo ghiotta per rinunciare. L'armistizio almeno per tre anni si farà, poi non so. Fra tre anni vedremo. Adesso tutti hanno interesse per i progetti e le collaborazioni che si stabiliranno. Chi vuole venire a Roma dovrà trattare con i progetti italiani.

Poi il nuovo rettore, la professoressa Polimeni, sembra recepire tali progetti, anzi è una donna molto proattiva e sensibile a queste tematiche.

Assolutamente sì, quando l’ha saputo ha messo tutto il Campus universitario a disposizione, non solo per la settimana ma per tutti i tre anni, con entusiasmo. La Città universitaria della Sapienza è la più grande d’Europa: è l’unica struttura di un certo pregio che poteva ospitare 5mila persone per una settimana.

Chi presiede la Società filosofica italiana?

Il professor Emidio Spinelli, antichista attualmente prorettore della Sapienza al diritto allo studio. Ordinario di Storia della filosofia antica alla Sapienza, al secondo mandato come presidente della Società, che ha 40 sezioni in tutta Italia. Organizziamo corsi di aggiornamento, seminari, presentazioni, tavole rotonde, convegni nazionali almeno una volta all’anno. Capillarmente siamo diffusi sul territorio e abbiamo questa funzione, cioè divulgare la filosofia alla società civile, ma soprattutto di fare da raccordo fra l’Università e la scuola. Quindi creiamo molte occasioni formative per gli studenti; la ricerca universitaria anche ai più alti livelli deve avere una ricaduta sociale e il primo banco di prova è la scuola, altrimenti diventa una ricerca fine a se stessa. Se studi Immanuel Kant e le questioni morali, devi avere la capacità di tradurre queste ricerche in un servizio alla società.

Chi si laurea in Filosofia che lavoro può svolgere, a parte l’insegnamento?

In Italia lo sbocco più naturale è quello dell’insegnamento, del giornalismo o dell’editoria, ma se guardo i filosofi a livello mondiale, sono laureati in filosofia George Soros e l’Ad di Google, Sundar Pichai. È una disciplina concettuale che ti dà degli strumenti trasversali per affrontare qualsiasi problema. Fino a qualche anno fa i filosofi venivano usati nell’ambito delle risorse umane, dei cacciatori di teste, per capire nelle aree strategiche delle aziende. Adesso da quello che è emerso nel nostro ultimo convegno dove abbiamo avuto esponenti di Enel, della Fondazione Ambrosetti, di Deloitte, il filosofo entra in azienda per armonizzare, per creare processi, per promuovere le cosiddette soft skill, per promuovere l’imprenditorialità, per ripensarsi, capire qual è il proprio ruolo all’interno dell’azienda. Noi (Società filosofica italiana) facciamo due lezioni al mese di filosofia ai più alti dirigenti di Enel. Quando Enel ha riformato in energie rinnovabili, ha cambiato l’intera filosofia dell’azienda. Quindi si è sentita la necessità di svolgere un’azione anche sui dirigenti ed una riqualificazione di tutto il personale. Loro vedono una strategia nella filosofia, nella capacità di porsi domande, nel lavorare sulla motivazione, sui valori. All’estero l’applicazione più naturale della filosofia è nelle grandi aziende.

@vanessaseffer

Aggiornato il 26 aprile 2021 alle ore 13:32