Puntuale anche questa settimana la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che dà voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito (Bompiani Edizioni). Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A (Giunti 2016, Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani), seguito nel 2019 da Un giorno verrà (Bompiani, Premio Fiesole Under 40).

La Storia

Un’opera narrativa dai tratti lirici, un tragitto di vita in grado di addolcire anche gli animi più aridi, creando fin dalle prime pagine forte empatia. La cornice del lago di Bracciano, nel viterbese, ad accogliere una famiglia che tenta di evadere dalla freddezza di Roma, da quel distacco mai accettato. Un romanzo a forte tinte femminili, quelle più intense, in grado di trasudare passione e determinazione anche di fronte agli scenari più ostici.

“La famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta”.

Piovono contrapposizioni in questo testo, violentemente, senza filtri, senza freni, come una sorta di grido verso quella società che permette squilibri ingiusti e difficili da accettare. La povertà che lotta con la ricchezza, senza lasciarsi mai atterrare del tutto, nonostante gli anni duemila e la loro smania di possesso, di consumo.

I rapporti famigliari fluttuano tra contrasti comportamentali e affetti ricercati, rispecchiando tutta la complessità della situazione. Giulia Caminito emoziona con lo stile e con il cuore.

Aggiornato il 02 aprile 2021 alle ore 09:57