Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” intende dare voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Figli mancati” di Claudia Provenzano (Armando Curcio Editore). Claudia Provenzano è una scrittrice italiana e vive tra Milano e Monteverdi Marittimo. Laureata in filosofia estetica, si abilita in seguito in psicologia, della quale sarà docente dal 1997. Con Armando Curcio Editore pubblica Storia di Miryam, con il quale vince il premio speciale della giuria al Premio “Franz Kafka Italia 2017”.

La Storia

Tre percorsi umani di rara intensità che si mescolano in un’opera dall’alto tasso emotivo, in grado di regalare emozioni e insegnamenti vitali. Personaggi diversi uniti da vite ardue, con infanzie problematiche a fare da collante, alla costante ricerca di una felicità che appare illusoria e distante.

“Agnieszka, la bambina selvaggia, ritrovata nel fienile della casa del padre in Polonia in condizioni di totale indigenza, ora adottata da una famiglia milanese si trova a dover affrontare il difficile ostacolo dell’accettazione. Bianca, la bambina di cera, ragazza di famiglia altoborghese famelica di un amore che i suoi non sanno darle, scappa di casa in fuga dal suo bisogno. Arianna, Iacopo ed Elia, i figli di Giunone, devastati dall’allontanamento da una madre obesa impossibilitata ad accudirli. A introdurre questo tema nella sua valenza filosofica e psicologica un prologo emblematico, il bambino esposto”.

Emarginazione e razzismo fanno da sfondo a vicissitudini dolorose, dense di angoscia e di una melanconia tanto profonda quanto conturbante. Scorci di storie complesse da interpretare e da giudicare, in grado però di farsi apprezzare fin dai primi passi. Il bisogno di amore e di amare al centro di tutto, la necessità di trovare la propria dimensione in un mondo che spesso si dimentica di alcuni suoi interpreti, di quelli più fragili e disagiati.

Claudia Provenzano regala ai lettori tre perle narrative da custodire gelosamente nell’angolo più intimo della propria coscienza.

Aggiornato il 18 dicembre 2020 alle ore 10:37