Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” intende dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Poliestere” di Luca Bertolotti (Fandango Editore). Luca Bertolotti (Milano 1977) vive in Brianza con la moglie e i suoi due gemelli, e lavora come operaio specializzato nel settore del mobile. Ha esordito nel 2018 con La bambina falena.

La Storia

Un racconto dal grande impatto mentale, una linea reale che tratteggia senza continuità l’instabilità dei nostri tempi. Porte che si aprono improvvisamente su possibili snodi esistenziali, mascherando l’essenza delle cose con parvenze ingannevoli. Il mondo del lavoro visionato nella sua accezione peggiore, quella di un divoratore di tempo e spesso di sentimenti, ma non è sempre così.

“Nella Brianza profonda delle fabbrichette lavora Livio Belotti che, come l’autore, è un operaio specializzato nella verniciatura dei mobili. Con la crisi del 2008 l’azienda lo lascia a casa e Livio, rifiutandosi di chiedere il sussidio di disoccupazione, manda in crisi anche la sua storia con Lidia che ha avuto una figlia, Martina, con un uomo che è scappato come se, anziché avere messo al mondo un individuo, ne avesse uccisi dieci. A Martina la madre e Livio hanno insegnato a odiare il lavoro, che mangia il tempo e ti lascia stanco. Ciondolando in piena disoccupazione, Livio rincontra Elia, compagno del liceo e di scorribande quando ancora Livio sognava di diventare pittore: l’amico diversamente da lui è diventato padroncino grazie a un buon matrimonio e ha preso con sé Danilo, l’ultimo angolo del loro terzetto giovanile”.

Scorci di un passato che torna prepotentemente alla ribalta, insinuandosi nella testa e nell’anima del protagonista, portandolo ad allentare la tensione e accrescendo l’entusiasmo verso ciò che lo attende. Un romanzo dal sapore agrodolce, che nel suo essere ruvido cela una grande fragilità, quella che contraddistingue il lato più intimo di ognuno di noi. Una storia che rievoca i tratti della commedia italiana, con un tocco di amaro in più.

Aggiornato il 17 aprile 2020 alle ore 13:26