Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Magellano” di Gianluca Barbera (Castelvecchi Editore). Gianluca Barbera lavora in ambito editoriale. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo “La truffa come una delle belle arti” (2016, finalista Premio Neri Pozza, finalista Premio Chianti, finalista Premio Città di Como) e il saggio “Idee viventi. Il pensiero filosofico in Italia oggi (2017)”. Collabora con le pagine culturali de Il Giornale e con la rivista on-line Pangea.
La Storia
Ci sono storie che non smetteranno mai di appassionare e sedurre. Ci sono personaggi, come Ferdinando Magellano, protagonisti di imprese così esemplari da essere destinati ad ergersi al di sopra dell’oblio. Se poi, a maneggiare degli ingredienti già di per sé così esplosivi c’è un abile scrittore, il risultato non può che essere esemplare. Gianluca Barbera dà nuova vita ad un best seller storico, mescolando i pezzi forti – come il viaggio, la grande impresa e l’avventura – con innesti del tutto originali ed innovativi, che hanno reso il suo “Magellano” un perfetto eroe moderno.
L’epica circumnavigazione del globo alla volta delle isole d’Oriente, guidata dal coraggioso comandante portoghese Ferdinando Magellano, è qui raccontata dal nocchiero Juan Sebastian del Cano (detto el Perro, il cane), tra i pochi a far rientro in patria a bordo sull’unico veliero superstite dei cinque partiti nel 1519 da Siviglia. “Se cerchi con verità, trovi. E dunque concedetemi ascolto su quanto vi dico e troverete”. Una voce narrante spinta dal bisogno di redimersi, che fin dal prologo stabilisce un patto d’onestà con il lettore, trascinandolo, pagina dopo pagina, in un vortice di avventure, tra mari in tempesta e terre misteriose. A tratti, sembra quasi di sentire sulla pelle il vento di ponente e la pioggia sferzante, di vivere la meraviglia dell’equipaggio di fronte ai selvaggi che abitavano terre misteriose o lo stupore alla vista di strane oche grasse dal manto nero (oggi conosciute come pinguini). Paesaggi sconfinati si alternano a momenti drammatici e di leggerezza, in un complessivo equilibrio strutturale, solido in tutte le sue parti. Al centro c’è l’uomo, descritto nei suoi vizi e nelle sue virtù, in un’epopea umana dalle molteplici sfumature emotive.
“Anno 1519. Da Siviglia salpano cinque caracche sotto il comando di Ferdinando Magellano. Il viaggio durerà tre anni. Magellano dovrà affrontare ammutinamenti, tempeste, il gelo polare, malattie e scontri con feroci tribù, alla ricerca di un passaggio che attraverso il Sudamerica lo conduca in Oriente, verso la meta finale: le favolose Isole delle Spezie. Ma gli eventi prenderanno una piega imprevista. Magellano è il racconto della prima circumnavigazione del globo, narrato dalla voce di Juan Sebastián del Cano, tra i pochi a fare ritorno in patria a bordo dell’unico veliero superstite, il quale si attribuirà il merito dell’impresa infangando la memoria di Magellano, rimasto ucciso nell’oscura isola di Mactan (nelle Filippine) in circostanze drammatiche. Un viaggio non solo fisico ma anche dell’anima, scritto in una lingua che sembra farsi più primitiva a mano a mano che la spedizione procede verso terre sempre più ignote e selvagge”.
Gianluca Barbera fa suo il brivido avventuriero di Emilio Salgari e l’accuratezza documentaristica di Stefan Zweig, dando vita ad un romanzo storico e d’avventura che si divora e si digerisce con estrema facilità. La lingua è vivace e dinamica, i dialoghi accattivanti ed ironici, con un’attenzione meticolosa alla parola e al linguaggio nautico/marinaresco. Magellano trova così nella penna di Barbera un mezzo sublime per far rivivere le sue memorabili avventure.
Aggiornato il 12 aprile 2019 alle ore 16:15