È da pochi giorni nelle sale l’ultimo film di Daniele Luchetti, “Momenti di trascurabile felicità”.
Protagonista Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, marito e padre che si divide tra famiglia e lavoro. Un uomo medio come lo racconta la moglie (la bravissima Thony), che come ogni giorno decide di sfidare la sorte passando con il semaforo rosso in motorino. Solo che questa volta, la sorte gli volta le spalle e l’incidente mortale lo porta direttamente in paradiso dove troverà un angelo custode particolare. In seguito ad un errore di calcolo, scopre che può tornare sulla terra ma solo per un’ora e 32 minuti. Un lasso di tempo misero (più o meno quanto dura il film), ma che lo porterà a cogliere la vera essenza della sua vita. Una trama liberamente ispirata ai due racconti di Francesco Piccolo, “Momenti di trascurabile felicità” e il suo seguito “Momenti di trascurabile infelicità”.
E voi, se aveste così poco tempo a disposizione prima di morire, cosa fareste? Pif non ha dubbi: cercherebbe di recuperare il tempo perso con la famiglia. Ma si sa che il tempo è tiranno e le scelte vanno soppesate. La sua vita è scorsa velocemente, tra la quotidianità e alcuni momenti di trasgressione sentimentale. Ha mille dubbi, ma sono dubbi quotidiani, buffi e anche inutili come ad esempio: “L’Autan e lo yoga possono coesistere? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo?”.
Il suo personaggio, a tratti, può irritare lo spettatore perché raccontato come una dose eccessiva di buonismo e tenerezza ma flashback e momenti attuali, la storia parla del carpe diem, quel momento sfuggevole che va colto al volo e che fa riflettere sui veri momenti importanti della vita.
Il film ricorda un po’ “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, ma il finale è a sorpresa e coglierà lo spettatore un po’ impreparato.
Aggiornato il 28 marzo 2019 alle ore 14:14