Consueto appuntamento settimanale con la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che vuole dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Il venditore di metafore” di Salvatore Niffoi (Giunti Editore). Salvatore Niffoi (Orani, 1950) è uno dei maggiori scrittori italiani. Esordisce nel 1987 con “Collodoro” (Solinas, poi Adelphi, 2007).
Tra le sue opere: “Cristolu” (Il Maestrale, 2001), “La leggenda di Redenta Tiria” (Adelphi, 2005), “La vedova scalza” (Adelphi, 2006, Premio Campiello), “Ritorno a Baraule” (Adelphi, 2007), “Pantumas” (Feltrinelli, 2012), “La quinta stagione è l’inferno” (Feltrinelli, 2014).
La Storia
Ci sono storie che diventano reali solo quando si traducono in suoni, intonazioni, pause ed intercalari della voce, che trasportata dall'aria, giunge all'orecchio curioso di chi ascolta, fino a trapassargli l'anima. Raccontare significa creare porte d'accesso a mondi infiniti, nei quali è possibile entrare solo abbandonandosi al flusso narrativo del cantastorie, come un cieco che si lascia guidare lungo un sentiero sconosciuto.
Il “contacontos” Agapitu Vasoleddu, detto Matoforu, è figlio della Sardegna più aspra e rocciosa, e vive vendendo storie di paese in paese. Il suo invito è sempre lo stesso, quello ad “ubriacarsi di parole”, di emozioni, di vicende dal sapore boccaccesco e fantastico, che si muovono sul filo di un realismo magico tutto mediterraneo. Sullo sfondo, una terra spaccata dal sole che è al contempo microcosmo e macrocosmo, fucina di un'intera umanità. Becchini, contadini, belle donne, nani e inventori, sono attori di un mondo premoderno ed autentico, cristallizzato in una dimensione sospesa tra passato e presente.
“Ormai viviamo in un mondo di storie, di racconti, di fiction o, come si dice sempre più spesso, di narrazione. Viviamo in un mondo in cui tutto è narrazione. Ma se tutto è narrazione significa che, in fondo, non lo è più niente. Questa idea di narrazione continua e pervasiva ha qualcosa di finto, di artificiale. Se vogliamo ritornare a sentire il gusto autentico del racconto, il sapore incantato di quando le storie non erano come un'aria diffusa ma, veramente, servivano ad alleviare un peso insostenibile, quello della fatica di vivere, vale la pena raccogliere l'invito di Agapiu Vasoleddu, noto Matoforu, il "venditore di metafore", e lasciarsi guidare dalla sua voce. Eccolo che è arrivato in piazza e promette avventure: «Storie per grandi e piccini, mille storie in una sola, tutto il mondo in punta di parola!». Eccolo che si toglie la berritta, si fa il segno della croce, sale su uno scrannetto di sughero e comincia a raccontare”.
Salvatore Niffoi prende per mano il lettore e lo conduce attraverso un sentiero sconosciuto, nei meandri di una lingua che si muove tra il sardo e l'italiano, con la capacità di farsi comprendere nel profondo anche dal “forestiero”. Con grande lucidità narrativa, l'autore restituisce immagini vivide, parole che si possono quasi toccare, respirare, udire. “Il venditore di metafore” è un'opera che graffia ed accarezza, paradigma di un mondo lontano dai contorni sfumati, ma ancora vivo nel nostro immaginario collettivo.
Aggiornato il 22 febbraio 2019 alle ore 11:17