Paolo Crepet, psichiatra, scrittore e sociologo. Al suo trentaquattresimo libro scrive di passione. Nulla di amoroso, di fisico. Un confronto con tre grandi uomini del nostro tempo, tre italiani che arricchiscono il mondo con la loro storia, le loro idee e la loro determinante inesauribile (nonostante tutto) passione. Dove c'è passione c'è un grande impegno. Spesso, specie all'inizio, non c'è guadagno, così se non si è pervasi da quel fuoco che rende incontenibile il coinvolgimento per quell'attività che procura tante soddisfazioni ma talvolta anche delle sofferenze, poiché il raggiungimento di una meta implica un sacrificio, le persone comuni abbandonano. Ma non le persone speciali. Non persone come Renzo Piano, uno dei più grandi architetti del mondo; non come Paolo Fresu, acclamato jazzista anche lui premiato e ricercato in ogni parte del mondo; non come Alessandro Michele, Fashion Designer che ha spolverato il marchio Gucci, rivoluzionando il brand e facendo show ad ogni passerella.

Passione, c'è ancora in giro passione? Non è un sentimento estinto, vecchio, in disuso e lei perché lo ha riesumato professore?

Proprio per quello, se ce ne fosse stata parecchia non avrei scritto il libro. Mi sto domandando come mai ce ne sia così poca. Evidentemente non è di moda. E' troppo faticosa, scialba, un pret a porter squallido.

Ma la nostra è una società che addita le persone che si distinguono. Se qualcuno ha ancora un po di passione, che è speciale per qualcosa, viene come minimo considerato “strano”, anche matto.

Ma dipende anche da chi uno frequenta, se frequenta la politica è sicuramente così, se frequenta degli ambienti artistici è pieno di gente appassionata che fa delle cose interessanti. Dipende da che cosa uno vuole frequentare nella vita.

Però non tutti hanno questa opportunità. Nel mondo comune, fra le persone normali, non tutti possono frequentare le persone dello spettacolo, del mondo dell'arte.

Pensavo più ai creativi, che non sono i miliardari o i grandi collezionisti, ma a dei ragazzi e delle ragazzi bravissimi a fare gli orafi o a coltivare la terra, e sono persone creative e appassionate, non sono la maggioranza, la maggioranza che si vede è la maggioranza triste, squallida, piena di rancore e di odio, che perde tempo con degli strani sentimenti negativi.

Se ci guardiamo intorno vediamo che si preferisce uniformarsi piuttosto che distinguersi, ci si veste tutti uguali per esempio.

Per la normalità non ho interesse, è un concetto che non mi è caro. Questi 40enni con la camicia bianca che sembra facciano tutti i ministri, ma assomigliano a dei venditori di aspirapolveri, mi fanno pena, si vede che in loro non c'è passione. Parlo in generale della classe politica, dei dirigenti di questo Paese. Questo è stato un Paese che ha avuto dei grandi uomini appassionati che hanno cambiato questo mondo, questo è un periodo di conservatori.

Questo è un Paese che uccide i sogni e azzera le passioni, i giovani se ne vanno, stiamo rimanendo fra vecchi. 

Quelli che inseguono i sogni se ne vanno e fanno bene, cosa stanno a fare a prendere i 700 Euro di Luigi Di Maio?

Nel suo libro ci da una ricetta con una soluzione?

Ci sono tanti spunti, ma soprattutto tre grandi chiacchierate con tre persone di tre generazioni diverse straordinarie che hanno fatto grande il nostro Paese. Penso che se un ragazzo prendesse appunti capirebbe cosa bisogna fare nella vita, basta leggere. Ma siccome i ragazzi non leggono è diventato anche quello un problema. Se poi io scrivo ma loro leggono i whatsapp che devono fare!

Si può trovare un modo per avvicinare i ragazzi alla lettura? Lei si presenta nelle scuole, va in giro a parlare con i giovani?

Oggi ho guardato la mia agenda e mi è venuta l'asma, sono tutti i giorni in mezzo alla gente, incontro i giovani, faccio anche tre incontri al giorno, non mi si può dire niente su questo, che lo facciano pure gli altri intellettuali che stanno ad aspettare il Premio Strega. Stanno affossati nelle loro poltrone a pontificare. Ma che vadano in mezzo alla gente, io non faccio altro che far questo! In mezzo alla gente vuol dire nelle piazze, nelle scuole, fra gli imprenditori. Perché se siamo arrivati dove stiamo nel nostro Paese le responsabilità non sono solo di quattro persone, sono diffuse, e comprese nella mia generazione evidentemente, che potremmo essere il papà e la mamma di Di Maio e di Salvini, quindi mi faccio due conti.

Ha scelto Paolo Fresu, Alessandro Michele e Renzo Piano per le sue chiacchierate, per testimoniare l'operosità e la passione, come mai?

Perché sono tre persone nate dal nulla, che hanno fatto una fatica immensa e meravigliosa per diventare quello che sono. Sono persone che ci rappresentano nel mondo, che parlano di bellezza e non si lamentano, che non si stancano mai di pensare a qualche cosa di nuovo per rallegrarci la vita, quindi io ringrazio queste tre persone per ringraziare tutte le persone che fanno come loro.

@vanessaseffer

Aggiornato il 21 ottobre 2018 alle ore 21:41