Reinhardt racconta “Lutero l’Eretico”

È divenuto uno stereotipo da tutti accettato il convincimento storico che contrappone l’Europa del nord, protestante e riformata, a quella del sud, erede della controriforma tridentina. Per risalire agli avvenimenti storici da cui ha tratto origine questa differenza di civiltà in seno alla cultura europea è utile la lettura del libro di Volker Reinhardt intitolato “Lutero l’Eretico” - la Riforma Protestante vista da Roma, edito dalla casa editrice Marsilio nella collana Biblioteca.

Il libro, risultato assai importante della lunghe ricerche condotte dal suo autore sugli anni che resero possibile la riforma protestante e la separazione tra la chiesa tedesca e i Paesi del Nord Europa dal cattolicesimo romano, contiene un affresco storico di straordinaria bellezza e profondità su di un periodo storico decisivo per la nascita della modernità. Lutero, in segno di protesta contro l’autorità del papato romano, affisse le celeberrime 95 Tesi, di cui era l’autore, sul portone della chiesa del castello di Wittenberg. Per Lutero, come emergeva dalle sue tesi, Roma era divenuta una nuova Babilonia adagiata sulle rive del Tevere e il Papato una istituzione di potere che racchiudeva tutti i peggiori vizi umani, quali l’avidità, la bramosia di denaro e potere, l’inganno del popolo. La riforma, secondo la convinzione teologica dell’autore delle 95 tesi, nasceva dalla necessità di riscoprire le radici autentiche del cristianesimo, offuscate dalla menzogna e dalle pratiche di corruzione e dalle tante nequizie esistenti a Roma, oltre che dal fenomeno deplorevole del nepotismo imperante nella curia, dentro le mura della città eterna.

La vendita delle indulgenze, resasi necessaria per consentire la costruzione della sede di San Pietro, per Lutero costituiva uno scandalo e dimostrava la immoralità del Papato. Infatti con l’acquisto delle indulgenze veniva garantita la salvezza per le anime dei peccatori, sicché, ottenuta la grazia con la elargizione di una somma di denaro, avrebbero evitato di espiare le loro colpe nel Purgatorio.

Per Lutero il Purgatorio, insieme ad altri riti, era stato inventato dalla chiesa di Roma, e la autorità del Papato non poteva essere estesa oltre i limiti fissati dalla corretta interpretazione dei testi sacri. In tal modo veniva limitata, questa la novità teologica delle 95 tesi di Lutero, la funzione salvifica e mediatrice del Papato nel rapporto tra l’umanità e il divino.

Per Lutero la pratica delle indulgenze, con cui il papato estorceva denaro ai fedeli, non aveva un solido e sicuro fondamento teologico. Nel libro l’autore non si limita a chiarire gli aspetti dottrinali che furono all’origine dello scisma tra la chiesa di Roma e quella tedesca, ma delinea in modo straordinario il contesto storico e politico in cui deve essere situata la causa prima della riforma protestante. Infatti, già ai tempi di Papa Leone X, un esponente della famiglia potentissima dei Medici di Firenze, vi era in atto il conflitto tra la Spagna e gli Asburgo di Carlo V e il Re di Francia Francesco I. Come si vide nel corso della Dieta di Augusta, dopo che per le sue tesi Lutero era stato accusato di Eresia dai monaci domenicani, per i principi elettori Lutero si faceva portavoce delle legittime richieste tedesche contro il potere arrogante del papato romano.

È vero che la dignità imperiale era stata trasferita da Costantinopoli nel Sacro romano impero dei tedeschi, tuttavia i principi tedeschi si recavano a Roma, per il rito di incoronazione da parte del Papa, con sempre maggiore insofferenza. Infatti i principi elettori del tempo, con le famose Gravamina, le lamentele, protestavano contro il fardello eccessivo costituito dalla imposte ecclesiastiche che gravavano sull’economia tedesca. Clemente VII, il Papa successore di Adriano VI e di Leone X, diede una definizione del patrimonio spirituale della chiesa, formatosi per i meriti dei suoi santi e testimoni di fede, confermando la validità delle indulgenze e confutando la tesi 58 scritta da Lutero. Furono compiuti diversi tentativi per scongiurare lo scisma, ma, dopo che Lutero era stato scomunicato con la Bolla Exsurge Domine, si rivelarono vani gli sforzi rivolti a fare rispettare l’editto di Worms, che imponeva la sottomissione dei fedeli tedeschi alla autorità del papato romano.

Nel corso della Dieta di Ratisbona le parti, i cattolici e i luterani, rifiutarono di approvare la formula di compromesso concepita nel 1541. Per Papa Paolo III, il successore di Clemente VII, la convocazione di un Concilio, onde avviare la riforma della chiesa romana invocata dai seguaci di Lutero, divenne impossibile a causa della insuperabile contrapposizione tra la Spagna e la Francia. Per Lutero ciò che assumeva valore di fronte a Dio era la fede e il rispetto delle scritture, mentre le opere dell’uomo, portato a compiere il male a causa del peccato originale, non avevano alcun valore ai fini della salvezza dell’anima.

La separazione oramai era inevitabile, poiché per Lutero gli italiani e i tedeschi avevano due caratteri nazionali incompatibili, sicché lo scisma tra la chiesa di Roma e quella tedesca era l’ineluttabile conclusione di questa diversità spirituale e culturale. Un libro che aiuta a capire un evento che ha influenzato lo sviluppo della storia occidentale.

Aggiornato il 07 giugno 2017 alle ore 21:48