Decaro-Galiena,  “Diamoci del Tu”

Quand’è che ci si accorge...dell’Altro? Di colei, in particolare, che da quasi trent’anni è accanto a te, ogni giorno della sua e della tua vita, per servirti e riverirti? “Diamoci del Tu”, in scena al Teatro Parioli fino al 20 marzo, per la regia di Emanuela Giordano, è una bellissima commedia agrodolce - un quasi-dramma, venato di struggente comicità - che ha come splendidi protagonisti gli attori Anna Galiena (Lucy) e Enzo Decaro (David).

Una sera qualunque, mentre Lucy, la governante di una bella casa di lusso di uno scrittore famoso ma da parecchi anni in crisi di vocazione e di ispirazione, per di più “tridivorziato”, si congeda dal suo datore di lavoro alle sette di sera con la consueta “buonanotte”, accade misteriosamente che Lui si accorga di Lei. La scenografia è modesta e minimale: un piccolo e stretto divanetto sulla sinistra, mentre lo sfondo è costituito da una parete completamente spoglia e da un finto muro divisorio con piccole finestre di vetro smerigliato colorato, che nasconde il vano cucina. E tuttavia si rivela semplicemente perfetta, con le sue luci tenui, a mettere in risalto i due ruoli contrapposti.

All’apertura del sipario l’autore siede sul divanetto sfogliando un quotidiano mentre Lucy - con lo sguardo fisso alla platea - resta in piedi ferma, impalata. Le prime frasi sono brevi, rapide e graffianti, come quelle di colei che voglia congedarsi in fretta da una situazione imbarazzante. Poi, come ghiaccio al sole in pieno agosto, l’atmosfera da rigida (nell’esaltazione del rapporto suddito-dominus) si fa fluida. Grazie a un whisky di sempre migliore qualità strada discorrendo e, poi, a una bottiglia di vino da cento dollari (contesa tra i due) Lucy finirà per stendersi sul divanetto in pose da gatta, contemplata da uno stupito David diritto in piedi ad appenderle la giacca e a cercarsi da solo - dopo trent’anni! - un bicchiere pulito nella dispensa! Stupore assoluto quando scopriamo all’inizio che Lui la chiama da sempre col suo cognome da signorina, non avendone mai saputo il nome di battesimo. Voi direte: che cinico bastardo! E sarebbe un gravissimo errore: scoprirete solo alla fine come, in realtà, David si ricordi benissimo di quella domenica in cui gli si presentò Lucy, alla prima esperienza, con quel grazioso vestitino verde a fiori. La scelse perché Lei rispose al suo stupore con: “Dio ama chi sa osare!”. Così è David a ridurre drasticamente le distanze, invitando Lucy a dargli del “Tu”.

Al quarto bicchiere scopriamo che la sua governante guadagna ben 97mila dollari all’anno servendo in quella casa da tre decenni. Come? Semplice: David le aveva delegato fin dall’inizio una sorta di autovalutazione sul lavoro svolto, mentre la firma delle carte e i relativi contenuti erano stati da lui demandati al suo commercialista. Quella cifra abnorme perseguiterà (con un fondo perenne di ammirazione) David, con scambi di battute in merito davvero esilaranti. Poi, a poco a poco, quella donna bella, sobriamente elegante e tutta d’un pezzo, onesta e devota, abbandona la sua crisalide di domestica demolendo lo stereotipo che quelle come lei debbano essere figlie del popolo, un po’ misere e tanto ignoranti. E non è davvero il caso di Lucy, che ha una bella casetta e conosce l’intera produzione di David (un autore di libri di spionaggio, diventato ricco e famoso per via della sua prima opera divenuta soggetto di un film di cassetta) molto meglio di lui e non ha nessuna remora a criticarne le opere di scarsa qualità pubblicate negli anni più recenti.

Ma c’è molto, molto di più. La farsa assume i toni più decisi del dramma quando anche David si scioglie, raccontando a colei che scoprirà essere la sua vera, unica amica di una vita, i suoi tormenti interni. Il fantasma di un morticino che non lo abbandona da quando è iniziata la sua crisi creativa; i divorzi e i tradimenti delle sue prime due mogli. Con intermezzi sdrammatizzanti di Lucy che, ormai superata la soglia etilica di guardia, gli confessa quando, in occasione del suo primo divorzio, chiese il permesso di uscire in giardino e di gridare a squarciagola la sua immensa gioia per quell’avvenuta rottura con una donna che lei cordialmente odiava: ma sempre in silenzio, nel rispetto assoluto dei ruoli rispettivi. L’inizio di un rapporto di amicizia puro e assoluto, che fonderà le sue solidissime basi proprio sulla decadenza fisica e l’incombere di una vecchiaia problematica da parte di David.

Lo spettacolo offre una carica emotiva e un gusto profondo del sentimento che riconciliano con la vita. Assolutamente da non perdere!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:25