Locatelli oltre i dipinti: Guardando Rembrandt

Quattordici racconti da bere in un sorso sono quelli con cui Gaia Locatelli percorre ciò che sta o meglio potrebbe stare, “dietro” i quadri di Rembrandt. Una formula inedita, nuova, stimolante, curiosa e piacevolmente “gossippara”, tanto da indurre il lettore a non abbandonare la lettura capitolo dopo capitolo.

Il titolo, Guardando Rembrandt, rappresenta perfettamente un percorso narrativo capace di penetrare il dipinto per raccontarne il tempo e il luogo e le storie che, forse, potrebbero celarsi dietro una finestra o un volto. Sì, perché ciò che molti non sanno è che i quadri di Rembrandt non sono opere “pulite”: sono state rimaneggiate più volte dall’autore; le tele riutilizzate, i personaggi spostati o modificati. Tutte queste innumerevoli varianti sono venute alla luce solo nel corso di successivi restauri, man mano che i progressi delle tecniche hanno consentito di analizzare con maggior precisione i contenuti celati nei vari strati di pittura sovrapposti. Proprio i dettagli nascosti hanno dato corpo alla fantasia dell’autrice, per “costruire” una storia dei dipinti (priva di ogni pretesa di veridicità) e regalare così una fugace esistenza ai loro protagonisti, che solitamente si offrono al nostro occhio nell’immobilità imposta dalla tela.

In questi racconti, a salire alla ribalta sono per lo più i personaggi minori, quelli che appaiono seminascosti nei dipinti più celebri - offuscati dalle opulente figure dei grandi committenti - o quelli addirittura sconosciuti, la gente comune che Rembrandt amava ritrarre negli atteggiamenti più svariati una volta che la sua indole irascibile e bizzosa lo aveva allontanato dai circoli più facoltosi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:36