Le inquietudini nei ‘70 nel film di Luchetti

È approdato in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane un film impegnativo e ambizioso di Daniele Luchetti, regista di talento, il cui titolo è “Anni Felici” (protagonisti: Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti), che per la sua bellezza e profondità è destinato a incontrare il favore del grande pubblico. Nel film viene raccontata e rappresentata, con atmosfere vagamente esistenzialiste e sullo sfondo della società italiana degli anni Settanta, evocata con immagini molto efficaci, la vicenda di una famiglia romana. Guido è un giovane artista, che dipinge e scolpisce, anche se nel film viene mostrato come incerto e insicuro nell’affermare la propria visione dell’arte e della bellezza legata alla estetica concettuale, in auge in quegli anni, a cui aderisce criticamente. Oltre a concepire e realizzare le sue opere d’arte, Guido impartisce lezioni di storia dell’arte ai suoi allievi, nelle quali, facendo riferimento alla stagione dell’avanguardia, afferma e sostiene che non si può più dipingere e scolpire in modo classico e tradizionale.

Guido è sposato con Serena, una giovane e affascinante donna che proviene da una famiglia agiata di commercianti. A raccontare la vicenda di questa famiglia, è il loro figlio Dario, che, divenuto adulto, recupera dal passato i ricordi della sua infanzia. Dario, avendo da bambino coltivato la passione per le riprese con una piccola telecamera, è, in realtà, come facilmente si comprende e si intuisce, un alter ego del regista Daniele Luchetti. Il racconto di questo film è intessuto e basato sulla poetica della memoria. Presto nel film viene mostrato il difficile rapporto di coppia tra Guido e Serena. Infatti Guido, per realizzare e dare una forma compiuta alle sue sculture, frequenta e incontra nel suo atelier donne bellissime, di cui riproduce con grande bravura nelle sue opere di scultura le forme perfette dei loro corpi.

Questo fatto suscita la gelosia di Serena. Nel film sono frequenti i riferimenti al clima culturale che regnava nel nostro Paese negli anni Settanta, periodo durante il quale con un atteggiamento critico veniva messa in discussione la famiglia tradizionale, si affermava il movimento femminista, era ripensato criticamente il ruolo dell’intellettuale e la funzione dell’arte nella società. Il rapporto d’amore tra Guido e Serena, malgrado fra loro vi sia una profonda simbiosi sentimentale ed emotiva, con il passare del tempo perde di intensità e si stempera. Questo episodio, che nel racconto del film occupa uno spazio notevole, rinvia alla battaglia in favore del divorzio, su cui si tenne nel 1974 il referendum, che venne vinto da quanti vollero che fosse riconosciuto e introdotto nella legislazione italiana.

Serena, stanca dei tradimenti del marito, e avendo acquisito la consapevolezza, grazie all’amicizia con una donna intelligente di nome Elk, del valore della libertà e dell’indipendenza personale, decide di recarsi in Francia, dove vivrà una breve vacanza in una comunità di femministe. Belle e indimenticabili sono le scene nel film che ricordano i dibattiti pieni di ardore e passione che avvenivano tra le femministe negli anni Settanta, quando per le esponenti di questo movimento era fondamentale affermare il diritto alla libertà per le donne e il rifiuto della opprimente e soffocante cultura patriarcale. Nella seconda parte del film, viene mostrata la crisi creativa di Guido, incapace di sopportare le critiche che gli vengono rivolte dagli studiosi di storia dell’arte, per il modo con cui sperimenta e adopera nelle sue opere creative i nuovi linguaggi artistici derivanti dalla stagione della avanguardia.

Inoltre, con uno scavo psicologico rivolto ad indagare la natura dei sentimenti umani, sempre difficili da decifrare e capire, nel film viene raccontata con immagini di rara bellezza la fine dolorosa e triste del matrimonio tra Guido e Serena. Guido, rimasto solo, in un primo momento appare smarrito e incerto sul suo avvenire. Ad accrescere il suo dolore è l’atteggiamento della madre, una donna e una intellettuale molto critica e severa nei suoi riguardi. In seguito, con l’animo sopraffatto dalla sofferenza e dal dolore provocati dalla fine del suo matrimonio, Guido ritrova la sua capacità creativa e realizza una scultura meravigliosa e bellissima.

Questa scultura è l’incarnazione della grazia e della bellezza femminile. In questo film un periodo della storia italiana tra i più importanti e significativi viene rappresentato attraverso le vicende di una famiglia nella quale si riflettono le inquietudini e le contraddizioni degli anni settanta del secolo scorso. Un film che aiuta a capire come sia cambiata la società italiana, attraverso la modernizzazione e le trasformazioni che ha prodotto. La profondità dello sguardo del regista emerge da come è riuscito a delineare, dentro il racconto del film, l’identità e la personalità dei protagonisti di questa vicenda e dalla prospettiva, singolare e soggettiva, da cui ha ritratto ed evocato la società italiana di quegli anni.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:14