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La Pirandelliana è una manifestazione culturale molto importante che propone al pubblico di Roma i grandi drammi di Luigi Pirandello nel giardino della Basilica di Santi Bonifaci e Alessio all’Aventino, un luogo meraviglioso da cui si può osservare la città eterna. Giunta questo anno alla XV edizione, dal 4 luglio al 4 agosto prevede la rappresentazione del "Berretto a Sonagli", una delle commedie più importanti e sofisticate del grande scrittore siciliano. Il regista Marcello Amici, dimostrando una conoscenza profonda della poetica di Luigi Pirandello, con una scelta opportuna e singolare ha voluto che la messa in scena del Berretto a Sonagli fosse preceduta dalla rappresentazione dei temi presenti nella "Novella per un Anno", di cui è autore lo stesso Pirandello, intitolata "La Verità".

Infatti vi è una simmetria poetica tra i temi di questa novella e la storia inquietante e profonda che costituisce la trama del Berretto a Sonagli, come ha in un suo saggio osservato Leonardo Sciascia. Nella novella "La Verità" l’imputato, un contadino il cui nome è Tararà, confessa al giudice di avere ucciso la moglie, dopo averla colta in adulterio con il cavaliere Fiorica. Per spiegare il suo gesto, Tararà ammette che si è trovato costretto ad agire in tal modo, per evitare le ingiurie e lo scherno dei suoi concittadini. Nella novella Tararà confessa che, pur avendo sospettato che la moglie lo tradiva con il Cavaliere Fiorica, per anni ha preferito tacere e fingere di non vedere. Per colpa della moglie del cavaliere Fiorica, tormentata dalla gelosia, la verità ha prevalso sulla menzogna.

Tararà si è trovato di fronte il cavaliere svestito accanto alla moglie, e per tutelare la sua onorabilità, ha dovuto, secondo la sua confessione resa al giudice in presenza dei giurati, uccidere la consorte colta in fragrante adulterio. Nella sua confessione Tararà afferma che, se si fosse trovato di fronte la moglie del cavaliere Fiorica, lui uomo semplice e privo di cultura, le avrebbe spiegato come spesso nella vita è meglio evitare di squarciare il velo che occulta e nasconde le apparenze e le menzogne. In questa novella il conflitto insanabile tra vita e forma, tra verità e menzogna, tra l’essere e l’apparire è descritto e analizzato in modo esemplare. Nel Berretto a Sonagli la vicenda drammatica ha uno sviluppo diverso. La signora Beatrice Fiorica è sposata con un ricco commerciante, e vive, in condizioni di agiatezza proprie della borghesia siciliana, in una piccola città siciliana. La signora Beatrice è ossessionata dalla idea e dal sospetto che suo marito la tradisca da lungo tempo con la procace consorte dello scrivano Ciampa, un dipendente del Cavaliere Fiorica.

Nella prima parte del dramma la signora Beatrice, parlando con la Saracena, una rigattiera che somiglia ad una femminista ante litteram, le confessa che ha ordito un piano per smascherare suo marito e coglierlo sul fatto. La signora Beatrice ha ricevuto in restituzione da suo fratello Fifi una consistente cifra di denaro, che gli aveva dato in prestito. Dovendo riscattare i gioielli che aveva impegnato per ottenere il prestito in denaro, la signora Beatrice fa chiamare Ciampa, collaboratore di suo marito. Essendo assente il marito per ragioni di lavoro, la signora Beatrice affida a Ciampa il compito di recarsi a Palermo per restituire il denaro, riavere indietro i suoi preziosi ed acquistare una collana di perle. Ciampa, un intellettuale di provincia acuto e avveduto, notando che la signora Beatrice è posseduta da una passione insana come la gelosia, che la ossessiona e la tormenta, osserva che nella nostra mente vi sono tre corde: quella seria, quella civile e quella pazza. Se non vi fosse la corda civile nella nostra mente, la società umana non potrebbe esistere e sussistere. Al momento della nascita noi riceviamo dal creatore il soffio divino, sicchè, in seguito, diveniamo tutti, nessuno escluso, dei pupi destinati a recitare ed interpretare un ruolo in base alla maschera che indossiamo di fronte alla società e al mondo.

Pur non essendo spesso la maschera che un orpello che dissimula la nostra vera ed reale identità, nota Ciampa nel suo monologo filosofico, pretendiamo che essa sia rispettata nella società dalle persone con cui abbiamo relazioni umane. La finzione e le apparenze, ammette Ciampa, costituiscono l’essenza della vita umana. La signora Beatrice, sempre più determinata nel dare attuazione al suo piano, si rivolge al delegato di pubblica sicurezza Spanò, al quale consegna la chiave del negozio di suo marito, che ha ricevuto dal Ciampa, allontanatosi dal luogo di lavoro. Il cavaliere Fiorica, reduce dal suo viaggio in una città siciliana, viene colto e trovato, in un locale del suo negozio, da un funzionario della pubblica sicurezza insieme con la moglie dello scrivano Ciampa. Il cavaliere Fiorica, sopraffatto dall’ira, rivolge delle ingiurie al funzionario della sicurezza. Per questo viene arrestato insieme con la moglie di Ciampa.

La signora Beatrice, finalmente felice di avere scoperto la verità e smascherato il marito fedifrago, viene raggiunta in casa da sua madre e da suo fratello, i suoi familiari che l’accusano di avere provocato uno scandalo e messo in crisi il suo matrimonio. Ritornato dal suo viaggio nella città di Palermo, Ciampa, appresa la brutta notizia, si reca nella casa della signora Beatrice. Appare sconvolto e addolorato. In un primo momento, in presenza del delegato Spanò e dei familiari della signora Beatrice, Ciampa dichiara di avere maturato la decisione di uccidere sua moglie ed il Cavaliere Fiorica, poiché non può sopportare le conseguenza dello scandalo dovuto alla scoperta dell’adulterio.

Il delegato Spanò, per evitare che si consumi il delitto e la catastrofe, nota che nel verbale non si fa esplicito riferimento all’adulterio. Ciampa, dopo che la razionalità ha preso il sopravento sulla emotività, e pertanto la corda civile ha prevalso e soverchiato quella pazza, intuisce che una soluzione esiste, per superare il suo dolore e lo scandalo. La signora Beatrice dovrà apparire agli occhi della società Borghese del piccolo paese della Sicilia come una donna in preda alla follia ed alla pazzia. Infatti la signora Beatrice, proprio perché considerata pazza, a causa della sua gelosia, verrà condotta in manicomio, per ricevere durante tre mesi di decenza della cure appropriate.

Nello spettacolo colpisce la intensità e la bravura con cui gli attori interpretano i loro rispettivi ruoli. La scenografia è sobria ed essenziale. Come ha notato lucidamente Leonardo Sciascia in un suo saggio su Luigi Pirandello, nella novella "La verità" la morale ancestrale del mondo contadino induce Tararà ad uccidere la moglie, che lo ha tradito. Nel "Berretto a Sonagl"i la sofisticazione della morale sessuale della borghesia siciliana trova la soluzione, dettata dalla necessità di salvaguardare la quiete e la serenità delle due famiglie coinvolte nello scandalo, per mantenere le apparenze ed impedire che la verità possa squarciare il velo della menzogna. Questo testo di Pirandello è fondamentale per capire la sua poetica e la sua preminente pozione come grande scrittore Europeo dentro la corrente letteraria del decadentismo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:27