Nella critica letteraria del nostro tempo si è affermata la convinzione che, in presenza di una produzione letteraria enorme, non vi siano fra gli scrittori italiani figure di primo piano, salvo eccezioni. La Marsilio, casa editrice di grande tradizione culturale di cui è presidente uno studioso di grande spessore intellettuale come Cesare De Michelis, ha recentemente pubblicato un libro meraviglioso e di grande valore letterario, l’Ombra di Artemisia, di cui è autore Maurizio Cohen. Nel libro, un romanzo che colpisce per la perfetta composizione letteraria e l’eleganza della lingua pervasa da immagini poetiche sublimi e indimenticabili, racconta la vicenda storica della grande pittrice del seicento Artemisia Gentileschi.

Questa pittrice è autrice di quadri fondamentali come Giuditta e Oloferne, conservato agli Uffici di Firenze, e la conversione della maddalena, che si trova nella galleria di palazzo Pitti, sempre a Firenze. All’inizio della narrazione il lettore assiste alla realizzazione di un film nel quale la vicenda umana e artistica di Artemisia viene raccontata e rappresentata. Ad interpretare il ruolo di Artemisia è una giovane attrice, bella e sensibile, il cui nome è Jenny. Parlando una sera, alla fine delle riprese con il regista francese Alain, che le ha affidato questo ruolo, Jenny confessa di non essere ancora riuscita ad impadronirsi dell’anima di Artemisia, poiché avverte la distanza del tempo che la separa dalla grande artista. Jenny, dopo avere concluso le riprese, si avvia verso casa nella città di Roma. A Piazza Navona Jenny entra in un locale e, per liberarsi dalla tensione dovuta alla sua attività di attrice, prima beve un whisky, subito dopo inizia a ballare e viene circondata da alcuni uomini. Una volta uscita dal locale, tre uomini la seguono e la violentano in un vicolo deserto e oscuro, che si trova dietro piazza Navona, con una brutalità ed una ferocia inaudite. Jenny, dopo avere subito questo atto di sopraffazione terribile e sconvolgente, è costretta a interrompere la realizzazione del film. In ospedale l’avvocato Raffaella Ruggeri, che ha sempre assistito le donne che sono state vittime della violenza maschile, oltre a confortarla, la informa che i tre uomini sono stati colti sul fatto e arrestati.

Jenny scopre, incredula e sgomenta, che si tratta di tre signori appartenenti alla borghesia romana delle professioni. Aiutata dal regista del film Alain, Jenny, pur avendo subito un trauma che le ha devastato l’equilibrio nervoso e l’ha privata della sua serenità, ritorna a lavorare e ad interpretare il ruolo di Artemisia. Anche Artemisia, quattro secoli prima, aveva subito una violenza carnale, di cui fu responsabile Agostino Tassi, suo maestro di pittura ed amico di suo padre Orazio. Infatti nel film viene ricordato il processo che il tribunale della inquisizione nel 1611 intentò contro Agostino Tassi, accusato di violenza carnale contro Artemisia e condannato per questo ad essere bandito dalla città di Roma. In questo libro di Maurizio Cohen proprio perché la protagonista Jenny subisce la stessa ingiustizia che era toccata in sorte alcuni secoli prima a Artemisia Gentileschi, viene mostrato in modo sorprendente il rapporto tra finzione e realtà, tra verità e menzogna e soprattutto viene descritta l’ immutabilità della mentalità maschilista e violenta di cui le donne sono rimaste vittima lungo i secoli nel corso della storia umana. In uno dei dialoghi più profondi e belli del libro, che avviene tra il regista Alain e l’attrice Jenny, viene notato acutamente che, malgrado siano trascorsi alcuni secoli dall’epoca in cui visse Artemisia Gentileschi, esiste sempre la divisione tra i forti ed i deboli, tra i prepotenti e chi è invece condannato ad un destino di infelicità, perché vittima della ingiustizia e della sopraffazione umana.

Mentre sul set del film viene rappresentata la vicenda del processo contro Agostino Tassi al tempo della inquisizione, nella sua vita Jenny in preda alla angoscia ed al dolore deve affrontare il processo contri i suoi tre carnefici, da cui è stata violentata l’otto marzo. Presto si scoprirà che essendo ricchi, oltre a poter contare sulla difesa di bravi avvocati, godono di protezioni nel sfere superiori del potere. Jenny nota, ed era stata già avvertita dal sua avvocato Ruggeri che questo sarebbe stato lo sviluppo del dibattimento, che per discolpare i suoi carnefici gli avvocati cerano di affermare la tesi difensiva che era stata lei a provocarli e che comunque le attrici per il loro lavoro sono donne sempre disponibili ed aperte a ricevere sia le attenzioni che il corteggiamento da parte dei maschi. In questa parte del libro viene mostrato il modo nel quale spesso nelle aule di giustizia la verità dei fatti è manipolata e distorta, pur di assicurare la impunità ai responsabili di delitti ignobili e lesivi della dignità umana. L’avvocato Ruggeri, accorgendosi che Jenny sta cedendo alla rassegnazione e sta maturando la convinzione che è impossibile ottenere giustizia, la invita a visitare una villa che si trova al Circeo. Jenny scopre, rimanendone molto colpita, che in questa villa vive con suo padre una giovane donna, che ha subito una terribile violenza. Michela, questo è il suo nome, è stata violentata, insieme alla sua amica Caterina, quando aveva diciotto anni da un branco di bruti e ottusi adolescenti.

La sua amica Caterina si è suicidata, mentre Michela si è rinchiusa in un suo mondo isolandosi dal prossimo, rinunciando a parlare e a vivere. Jenny nota che corre lungo la spiaggia inseguendo i gabbiani e pensando ed immaginando, in tal modo, di potersi idealmente ricongiungersi con la su amica Caterina, da cui si è dovuta separare per la violenza ottusa e brutale commessa da alcuni individui insensibili ed otttusi. Questa scena nel romanzo è commovente e struggente, poiché mostra come i segni della violenza carnale rimangono inscritti nella vita interiore di una donna per sempre, devastandone la vita e l’equilibrio psichico in modo irreparabile. Il libro, bello e profondo, racconta due vicende umane simili, quella di Artemisia e quella di Jenny, per dimostrare come nulla può fare la giustizia umana per restituire la serenità ed il diritto alla felicità alle donne, che siano rimaste vittime della brutale violenza maschile. Artemisia riuscì a liberarsi dal suo dolore rifugiandosi nel mondo della immaginazione ed inventando con i colori figure indimenticabili. Jenny con la recitazione ritornerà ad avere una vita ricca di senso e colma di emozioni. Inoltre, questo libro, aiuta a capire quanto sia importane avere un atteggiamento rispettoso verso le donne ed il prossimo. Un libro che merita di essere letto.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:30