Gli States secondo Henry Roth

La lettura del libro di Henry Roth, Un Tipo Americano, edito dalla garzanti, ha fatto riaffiorare nella mia mente una riflessione di Roberto Calasso, grande studioso di letteratura, per il quale l’invenzione letteraria è la forma più alta della conoscenza umana.

Henry Roth, grande scrittore ebreo autore di Chiamalo Sonno, divenuto un classico della letteratura del novecento, in questo suo ultimo libro, scritto prima della sua morte avvenuta nel 1995, ha ritratto con una scrittura di rara perfezione stilistica l’America del 1939 immersa nella depressione economica. Il libro è uscito dopo la scomparsa del suo autore, grazie alla cura editoriale di un giornalista del New York, la celebre rivista letteraria sulla quale hanno pubblicato i loro testi letterari i maggiori intellettuali degli Usa.

Nella prima parte della narrazione viene descritta la condizione di un giovane scrittore, che, dopo avere pubblicato un libro ottenendo ampi riconoscimenti, vive il famoso blocco creativo. Il nome dello scrittore protagonista del libro è Ira Stigman, e appare fin dall’inizio un alter ego dell’autore, visto che nella sua vita Roth ha personalmente sperimentato e conosciuto la difficoltà a scrivere, dopo avere composto un grande libro come Chiamalo Sonno. Stigman, per superare lo smarrimento che lo ha colto, impedendogli di coltivare la sua creatività letteraria, abbandona Manhattan, dove vive con una giovane studiosa di letteratura di nome Edith, e si reca in una comunità di artisti e di intellettuali chiamata  Yaddo.

In questa comunità, situata in un luogo silenzioso e tranquillo, artisti di diverse discipline, sostenuti da una fondazione privata, possono dedicarsi alla propria arte, senza essere turbati dai problemi della vita quotidiana. Ira si trova bene a contatto con intellettuali con i quali discute dei grandi problemi del suo tempo, ma malgrado la serenità regni sovrana in questo luogo, non riesce a ritrovare la perduta capacità creativa. In questa comunità incontra e conosce M, una giovane donna che compone musica, di cui si innamora, poiché si accorge che è dotata di una rara sensibilità umana. Rientrato a New York, dopo la permanenza nella comunità degli artisti, è costretto a informare Edith che ha maturato la volontà di lasciare la sua casa, dove ha vissuto a lungo, sia perché si è innamorato di altra donna sia perché vuole avere la propria indipendenza economica e personale.

Le pagine che descrivono il distacco doloroso ed ineluttabile di Ira da Edith, una raffinata studiosa ed una grande intellettuale, sono molto belle e assai commoventi. Ira, dopo avere lasciato la casa di Edith, insieme con un suo amico di nome Bill, mosso dal desiderio di conoscere a fondo la realtà americana, intraprende un viaggio verso l’America dell’ovest, dirigendosi a Los Angeles e verso il deserto dell’Arizona. Bill è un uomo sposato e milita nel partito comunista degli Usa. Quando parla con Ira, che considera un intellettuale borghese, proclama il suo odio verso il sistema capitalista.

Nella narrazione risuonano con una flebile eco gli avvenimento che nel 1939 stanno sconvolgendo il mondo e l’Europa: la guerra civile spagnola, che porterà Franco ad instaurare la dittatura, il nazismo che perseguita gli ebrei minacciando la civiltà liberale, la paura e la preoccupazione per il rischio di una  guerra mondiale, considerata come oramai imminente ed inevitabile.

Ora il tema del viaggio, come esperienza conoscitiva, lo si può ritrovare nei grandi libri della letteratura che hanno formato il canone occidentale: l’Odissea di Omero, L’Eneide di Virgilio, il Don Chisciotte di Cervantes. In effetti Ira, grazie al suo viaggio per esplorare l’America in profondità e svelarne il fondamento su cui si basa la sua democrazia, scopre che i pregiudizi razziali sono presenti anche nel suo paese. Viaggiando su un treno merci, accanto a vagabondi e a persone in difficoltà a causa della depressione economica, percepisce il pregiudizio, per il quale ogni persona di colore è guardata con sospetto. Inoltre, mentre compie il suo viaggio, è costretto a dissimulare la sua identità ebraica, e deve ascoltare e registrare tutti gli stereotipi che l’antisemitismo di maniera ha diffuso nel tempo, alimentando l’odio razziale verso gli ebrei.

Una volta rientrato a New York, Ira ritrova la capacità di comporre i testi letterari, quasi che il viaggio nel suo Paese gli abbia fornito gli elementi per descrivere il suo tempo. Ira inizia una lunga storia d’amore con la musicista M, che in seguito diventerà su moglie. Mentre osserva i sui parenti, che hanno la proprietà di un ristorante di lusso nel cuore di Manhattan, si interroga su quale sia stata la motivazione che ha indotto gli europei ad abbandonare il vecchio continente, all’inizio del novecento, per approdare nel nuovo mondo. Comprende, in virtù di una illuminante intuizione, che gli immigrati, che appartengono a diverse culture e religioni, hanno sacrificato la loro vita al demone del successo per inseguire il denaro e mammona, contribuendo al miracolo americano con il duro lavoro quotidiano, con il quale ogni persona ha il diritto di raggiungere la sua felicità.

In particolare questa riflessione nel libro, volta a cogliere il carattere americano, rinvia alle pagine sublimi e profonde di un grande classico del pensiero liberale, La democrazia in America di Alexis de Tocqueville, nel quale la religione puritana viene presentata come il fondamento che ha reso possibile la edificazione di una società liberale, in cui convivono, da uomini liberi ed uguali, persone che hanno differenti culture. Il libro è notevole non solo perché racconta la origine del miracolo americano e le radici liberali della grande democrazia negli Usa, ma anche perché vi è una riflessione sul senso e la funzione della letteratura. Alla stessa maniera di quanto accade in un  grande libro del novecento, il Dono di Vladimir Nabokov, anche in questo romanzo viene spiegata la genesi delle opere letterarie.

Ira si trova in un ristorante di lusso con Dalton. Dalton è un ricco avocato che ha sposato Edith, la donna amata dallo scrittore nella sua gioventù. Durante una conversazione profonda ed illuminante, Dalton si chiede se sia possibile ritrarre il reale attraverso il linguaggio letterario, come è avvenuto in passato. A questo proposito, Ira, citando un verso del terzo atto dell’Amleto di Shakespeare, ricorda che il fine dell’arte drammatica consiste nell’offrire alla natura umana uno specchio, in cui essa possa riflettersi e specchiarsi. Quindi la letteratura è uno specchio che ritrae la società per coglierne le contraddizioni e le imperfezione, aiutando in tal modo gli uomini a organizzare meglio la propria esistenza nella società. Questo libro di Henry Roth, può essere considerato un capolavoro con cui si chiude il ciclo narrativo che ha avuto inizio con Chiamalo Sonno.

Un libro notevole e profondo. 

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:23