Noi, schiavi d’Oriente: la nuova Sparta

Che cosa c’è dopo l’indecoroso tramonto dell’Ideale d’Occidente? Di certo, la fine della nostra civiltà, come profetizza in modo documentato e dettagliato Federico Rampini nel suo ultimo saggio: “Suicidio occidentale”. Quale Mondo Nuovo di Sparta sta nascendo sotto i nostri stessi occhi, mentre scorrono l’uno sull’altro i due massimi, magmatici continenti di lava e di fuoco delle tre D (Dominion, Digital, Disinformation) delle guerre ibride e delle tre W del “World-Wide-Web”?

Descriviamoli solo per un attimo, questi figli usciti dalla testa e dalla folgore di Zeus, come Atena e Marte. Nelle tre D, la prima indica la guerra fisica di odio e sangue per la conquista “materiale” di territori e di schiavi; la seconda sta per dittatura numerica di enti acefali sparsi in ogni angolo dell’attuale mondo connesso e frattale; la terza descrive l’ubiquità orwelliana del Grande Vecchio, che non è più uno scherzo di natura o il parto geniale della fantasia di uno scrittore, ma presenza inquietante e immanente, perché l’informazione numerizzata è una onda elettromagnetica invisibile, che transita e naviga indenne attraverso i reticoli più densi, come quelli dei metalli di piombo e d’acciaio delle perdute Cortine di Ferro. Si veda in proposito che cosa combinano automi totipotenti come Aladin, del Fondo Black Rock (vedi Ruggero Capone in “Finanza e Fisco servi di BlackRock” su L’Opinione).

L’altro Continente, che oggi, ma ancora di più domani, è e sarà teatro globale di tutte le guerre economiche, culturali e di esercizio del potere di Nazioni grandi e piccole, coincide con l’impero numerico del Digital e ha come simbolo del potere la Tripla W (o “ThrW”, simbolicamente, che suona come lanciare qualcosa o pronunciare la parola verità). E qual è l’effetto immediato sulla vita dell’Antropos planetario di questo immane impatto tra tre D e tre W, spinti a partorire il loro Nuovo Mondo dall’energia immensa del Denaro? Il risultato agghiacciante consiste nella perdita di ogni controllo umano sul futuro della specie. Né più, né meno. “Tre D + tre W” sono assieme i responsabili unici dei mostri tecnologici e degli Automata alla Aladin che, grazie ai loro microcomponenti, oggi costituiscono persino i sistemi neuronali e gli apparati-guida delle super-armi, così come dei device più artigianali per farsi in casa droni e una serie incredibile di altre armi letali.

Nel loro possente ventre di oggetti nati dalla mente umana, ma che se ne allontano sempre più rapidamente, come galassie sospinte dall’Energia Oscura oltre l’Orizzonte cosmologico (per cui tutta la materia che rimane al di qua è condannata alla morte termica!), si sta elaborando entro la fine del Terzo Millennio la scomparsa dell’uomo biologico, sostituito da un immenso globo di Artificial Intelligence, che sarà il prodotto finale di menti che vengono elusivamente dall’Asia, sublimatesi in una sterminata catena di “digit” (zero-uno) del post-umano.

Fantascienza? Non proprio. Fin d’ora è chiarissimo: coloro che avranno la piena padronanza dei computer quantistici produrranno di qui a qualche decennio un AI che svilupperà un proprio pensiero autonomo (digerendo ed elaborando a velocità luminali una massa sterminata di Big Data), ponendosi ben al di fuori di tutto ciò che oggi può processare la mente umana. L’aspetto impressionante, però, è l’accelerazione terribile del decadimento dell’Occidente, sommerso da una lebbra contemporanea, cieca, contagiosa e distruttiva che nasce e tracima dal suo stesso utero culturale millenario!

Paolo della Sala, nel suo recente intervento su L’Opinione, dal titolo “Turismo: petrolio del 2000 e cattiva strada dell’economia”, descrive un aspetto molto penetrante e simbolico di questa realtà sgradevolissima, ma assolutamente obiettiva, parlando dei danni epocali e generazionali che sta provocando questa forma scellerata di turismo di massa. Flagello, quest’ultimo, ben peggiore di quello biblico, quando piovvero rane e cavallette, perché capace di provocare la terribile distruzione antropologico-culturale dei territori e delle città d’arte italiane. Figlie delle tre W, le app come Airbnb, Facebook, WhatsApp, Uber provocano ondate terribili di turismo di massa incompetente, incolto, barbaro e insensibile, tali da devastare irrimediabilmente delicatissimi habitat naturali e giacimenti culturali unici e non rinnovabili, stratificatisi nei millenni all’interno della nostra straordinaria civiltà occidentale, etrusco-greco-romana e rinascimentale, in particolare.

Ce lo meritiamo: tutti i saperi e la voglia di futuro si stanno sempre più velocemente spostando verso l’Asia e l’India, dove le loro giovani generazioni sono i migliori studenti del mondo, accettando assieme alle loro famiglie sistemi iper-selettivi e ultra-meritocratici. Disposte persino, quelle Nuove Sparta, a pagare di tasca propria alcune decine di miliardi all’anno per tenere in piedi il nostro welfare improduttivo e un sistema educativo occidentale tarlato e parassitario, che fa sì che i nostri studenti siano sospesi a vita all’interno di un finto benessere pezzente. Questo assistenzialismo non crea lavoro, né forma i giovani al mito e al profondo rispetto dell’unico possibile generatore di ricchezza (non cartacea!): quello dei beni prodotti dalla mano dell’uomo, compresi i servizi immateriali necessari al concepimento, alla realizzazione e alla commercializzazione di quegli stessi beni. Eppure, molti lavori virtuali che oggi originano dalla creatività imperiale della Tripla W (o “ThrW”, simbolicamente), sono non solo tali da far crescere l’economia nazionale e mondiale, ma si rivelano infinitamente migliori delle catene di montaggio, perché non fanno rumore, non inquinano e possono essere in ogni luogo dove ThrW è presente. Ma, per l’appunto, per il loro sviluppo e conduzione necessitano di impegno, studi e formazione continua ben al di sopra dello standard della media nazionale italiana!

Si ha come l’impressione che questa sconfitta del sangue nuovo generazionale dell’Occidente sia l’effetto occulto del Dominion di questa moderna, immensa Sparta asiatica. Cosa sono i nostri milioni di Neet (“young people who are not in employment, education or training”), e tutti gli altri schiavi di lavoretti, come quel mare di incatenati del pedale che portano cibi preconfezionati in ogni via e civico delle città, senza reddito garantito né pensioni future, se non gli “schiavi” di quella Sparta con gli occhi a mandorla che si finanzia e arricchisce con i loro sacrifici e risparmi, obbligandoli ad acquistare prodotti tecnologici che gli stessi acquirenti non sarebbero mai più in grado di concepire e di costruirsi da soli?

Quello che deprime sopra ogni altra cosa è vedere tutte le più belle città d’arte e le metropoli storiche italiane rese poverissime nei contenuti umani, artistici e dei saperi evoluti. Realtà urbane che, dal punto di vista pratico, rappresentano uno sterminato luna-park e un’industria di calorie vuote del tempo libero e dell’alimentazione 24 ore su 24, con migliaia di piccoli e piccolissimi esercizi commerciali della minuta ristorazione. Panorama desolante e deprimente, che ha visto scomparire l’artigianato di qualità e i negozi di hi-tech completamente assenti ormai dai nostri scenari urbani, perché noi non siamo altro che colonie addomesticate per il commercio stupido e acefalo delle tecnologie e dei prodotti tecnologici altrui.

E noi lasciamo fare: consentiamo che Università, cultura e formazione sprofondino nella più bassa cucina sindacale e siano preda e ostaggio degli interessi di una massa sterminata di docenti, altrimenti candidati alla disoccupazione intellettuale, interamente dediti alla propria sopravvivenza economica, anziché puntare a formare le classi dirigenti del futuro. Giovani generazioni che da decenni vengono narcotizzate con dosi da cavallo di un asfissiante pedagogismo, che ha orrore della scienza e delle sue conoscenze evolute, mentre predilige la Grande Bouffe delle parole che seminano vuoto, vento, superficialità e inutile nozionismo.

Eurasia über alles, quindi. A noi, invece, la spazzatura disvaloriale della Storia! Se almeno ricordassimo che le sterminate materie prime di gas, petrolio, minerali inerti non sarebbero servite mai a nulla a quelli che le possiedono dalla nascita, se noi non fossimo arrivati a sfruttarle con la nostra Tecnologia, facendoli uscire dai loro Medio Evo di fame e stenti! Almeno, regaliamo presto a noi stessi il sole in terra della fusione nucleare, lasciando petrolio da bere e gas da inalare a quel perfido Regno di Sparta che ne rimarrà fuori!

Aggiornato il 17 giugno 2022 alle ore 11:14