Pensieri sparsi in quarantena

Sapete tutti che chi scrive in questo momento della Domenica delle Palme – o delle Salme come cantava Fabrizio De André nel suo Le nuvole – si occupa quasi esclusivamente di cose superflue quali l’arte e la cultura. Tutti argomenti con i quali non si mangia.

Potrei, ma del resto come ciascuno di voi, narrarvi dal mio punto di vista, il fantasmagorico bestiario che questo assurdo tempo viralizzato mi sta consegnando giorno dopo giorno. Sì, perché uno degli occulti vantaggi di questo forzato stato di reclusione dovuto alla pandemia, è che fa emergere ancor più la reale natura di ciascuno di noi, solitamente, ipocritamente e attentamente occultata sotto la maschera – e non mascherina – peggiore che molti posseggano: la propria faccia.

Tu “ipocrita lettore” scriveva Charles Baudelaire quasi due secoli or sono, e poi aggiungeva “mio fratello”. Potrei aggiungerci un altro grado di parentela che al fratello, o alla sorella, è associato, ma lascio che comprendere questo stia all’intelletto sano di chi ascolta le cose con il cuore. Dicevo dunque, che questo reo tempo, ammorbato, lento, statico come prefigurasse la fine di un piccolo – questo – mondo, secondo la seconda legge della termodinamica, invece ci fa il dono non da poco, di mostrare le persone come esse realmente sono. Allora vedo gli “eroi”, quelli che ad ogni frase retorica e verbosa del loro autoincensarsi quotidiano cominciano a piagnucolare sul fatto che loro – così fondamentali per l’ordine cosmico – siano relegati in casa, lamentevoli, noiosi e tristi come noiosa e triste è la loro vita mai vissuta se non nella loro fantasia schizoide. Emergono le paure, i timori più atavici, le rabbie represse. Si manifestano l’odio, il livore, il rancore, e in mezzo a tutto ciò, anche, immancabile, l’imbecillità.

Ecco allora che, scomparsa dalle scene politiche, in cerca di rinnovare la propria appannata visibilità, riaffiora dalle acque mediatiche Laura Boldrini che, “fedele alla linea”, ai microfoni di Un giorno da pecora, lamenta per l’ennesima volta la cosa che più ritiene essenziale nell’umana vita di questo Paese: la desinenza femminile. Al programma di Rai Radio1, ella quindi sostiene che le autocertificazioni debbano presentare l’opportunità di designare il proprio genere e non essere automaticamente concepite al maschile, con questa affermazione: “Ancora non scatta questo automatismo, c’è il genere maschile e quello femminile, ma io sono ottimista: ci si arriverà. Non costa nulla inserire una cosa come o/a, così da non far sentire nessuno escluso. Ma si fa ancora molta fatica a recepire questo semplice concetto”.

Ora noi tutti davvero, ci rendiamo conto di quale importanza capitale abbia tutto questo… non vorremmo essere tacciati di sessismo, maschilismo, sciovinismo e ça va sans dire, di fascismo.

Allora perché limitarci a un “o/a”, visto che esisterebbero innumerevoli desinenze sessuali? Ci vogliamo mettere un bell’asterisco come piace tanto ai propugnatori ideologici Lgbt? Facciamo Sig* così poi uno, a proprio piacere, si colloca nella propria personale e rispettabilissima categoria sessuale e siamo tutti contenti, soprattutto la Boldrini (sottolineo l’articolo determinativo femminile che precede il cognome).

In tutto questo manifestarsi di personalità nascoste, di grandi scrittori, d’impensati artisti, d’incomparabili filosofi (seguiti da giuristi, politologi, luminari della medicina e quant’altro), scorrono le immagini di Jorge Maria Bergoglio, vescovo vestito di bianco, che si muove in un’atmosfera desolata e inquietante che non può non rimandarci al tanto citato Terzo segreto di Fatima: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo, indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (‘qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti’), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (‘abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre’), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.

 

Ognuno pensi ciò che vuole di tutto questo, nell’intimo della propria – apparente – libertà, ma condizionato dalle proprie capacità intellettive (che sono altro da quelle intellettuali e culturali), ma alcune immagini, anche in questo caso, riaffiorano nitide dalle nebbie profetiche, lasciandone altre ancora circonfuse come è gusto che sia, dal Mistero.

 

Infine, dopo questo mio insolitamente esteso articolare, desidero rammentare a coloro che ritengono inutili – io ripeto invece “superflue” – che l’arte, la poesia, la musica e tutto ciò che rende l’uomo altro dalla bestia, in questo momento di reclusione pandemica servono a rendere migliore e più accettabile, anche una prigionia imposta. O preferireste passare il tempo leggendo la modulistica della Dichiarazione dei Redditi? Se vi piace… fatelo, contenti voi.

Aggiornato il 06 aprile 2020 alle ore 12:56