Pignorabilità dei conti correnti? Basta demagogia

Evito di parlare della figuraccia del Governo che prima fa girare bozze e lanci delle maggiori agenzie di stampa italiane e poi costringe il premier a fare marcia indietro, perché tale pratica era già consuetudine dei governi precedenti, ma cerchiamo di capire come stanno le cose sulla pignorabilità dei conti correnti degli italiani da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Oggi l’esattore statale può già pignorare i conti correnti degli italiani, la norma (ritirata) dava la possibilità ulteriore di verificare la giacenza del conto, onde evitare pignoramenti plurimi o su conti incapienti e velocizzare la procedura, quindi la smentita e la ritirata del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, serve a poco o nulla, perché il riscossore statale continuerà a pignorare i conti degli italiani come prima.

La domanda vera è allora un’altra ed è squisitamente politica: perché al Leviatano sono stati attribuiti dei poteri che tra privati sono impensabili? Semplice, perché lo Stato italiano è appunto il Leviatano per eccellenza, aguzzino, prepotente ed estorsore legale di tasse insostenibili e da Paese totalitario, retto da un’oligarchia politica statalista e tassaiola.

Addirittura estorsore legale?

Sì, perché come può definirsi un’esecuzione forzata da parte dello Stato prima che il contribuente possa adire un giudice, in pendenza di giudizio di primo grado (il famoso e mai abolito “solve et repete”)?

Estorsione legalizzata.

La madre di tutti i soprusi fiscali (oltre all’abnorme pressione) è l’abolizione della riscossione forzata in pendenza di giudizio e l’abolizione del pignoramento esattoriale. Lo Stato non deve permettersi di mettere le mani in tasca al contribuente in pendenza di giudizio di primo grado e tutte le esecuzioni tributarie andrebbero ricondotte nel procedimento civile ordinario, controllato da un giudice terzo con possibilità di sospensione dell’esecuzione.

Oggi le Corti di giustizia tributaria dipendono dal Ministero delle Finanze. Una vergogna.

Poi la questione della visibilità diretta della giacenza nei conti da parte dell’Agenzia delle Entrate non deve essere vista solo nella prospettiva limitata del pignoramento, ma in quella del monitoraggio costante delle movimentazioni presenti nei conti correnti di tutti gli italiani, un affondo che sembra esser stato per ora schivato.

Spiace dirlo ma anche questo Governo in materia di riscossione tributaria ed in generale sulla riforma fiscale complessiva non ha ancora sciolto alcun nodo essenziale, e sono nodi che stringono il collo dei contribuenti italiani da sempre e che fanno annaspare la nostra economia nello zerovirgola da 30 anni, nonostante l’incredibile creatività imprenditoriale e professionale degli italiani, costretti, come possono, a scappare via o a far emigrare i propri figli in Paesi meno canaglia del nostro con chi vuole provare a farcela da solo.

(*) Presidente di Liberisti Italiani

Aggiornato il 27 ottobre 2023 alle ore 14:17