Grillo e Conte al canto del cigno?

I recentissimi alterchi fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sanno tanto dell’ultimo atto di una commedia pirandelliana delle parti. Infatti, facendo un passo indietro nel recente passato, avremmo mai potuto immaginare anche un semplice dialogo fra i due solo tre anni fa, prima delle ultime elezioni? Due persone e due mondi completamente diversi.

Oggi, per motivazioni lontane tra loro ma chiarissime, cercano un’alleanza davvero improbabile. Grillo vuole riabilitarsi dallo scivolone della sciagurata difesa del figlio e Conte non riesce proprio a nascondere la brama che lo ha divorato negli ultimi anni, quella per il potere, per ritrovare il quale sarebbe disposto a fare qualunque cosa. Potere e basta, intendiamoci: non è, cioè, supportato da qualche ideale forte come forse può dire l’altro. Dategli da governare un consolato e lui lo farà, gli basta essere il primo, come diceva Cesare (meglio primo in Gallia che secondo a Roma). Non è in grado di non riconoscersi all’altezza di comandare (e non lo è) perché al comando è arrivato non per meriti o perché eletto ma attraverso una serie di combinazioni tipo Superenalotto, che l’hanno messo per caso in un posto dove conveniva che stesse specialmente ad altri. Tipo Peter Sellers nel film “Oltre il giardino”, personaggio borderline che pilotato da interessi vari riesce ad essere proposto addirittura come presidente degli Stati Uniti.

Il problema è che Conte ci crede in se stesso, confortato anche da numerosi polli che ricordano positivamente, bontà loro, gli innumerevoli sproloqui nei quali, senza dir nulla esattamente come il giardiniere, ha fatto credere di essere qualcuno. Al punto che lo stesso Mario Draghi ha dovuto faticare non poco quando ha preso il suo posto, cosciente – da persona di tutt’altro spessore qual è – che cambiare tutto troppo in fretta sarebbe stato uno choc per le masse. Onestamente non crediamo che si possano ricucire le cose come, per motivi diversi, sperano di fare i due protagonisti in questione. La gente si sta educando sempre di più a capire e perdona sempre meno chi sbaglia. E di errori, i due, ne hanno fatti tanti.

Aggiornato il 28 giugno 2021 alle ore 09:16