Richetti, populismo a buon mercato

Non che il principio non sia sacrosanto. Tuttavia la proposta di legge a firma del dem Matteo Richetti sui vitalizi dei parlamentari, la quale incontra ovviamente il consenso dei grillini, emana un insopportabile olezzo di demagogia e populismo a buon mercato.

In un Paese come il nostro, che abbisogna con sempre maggior urgenza di riforme strutturali che riducano i costi insopportabili del sistema pubblico, siffatti simbolici provvedimenti, perché di questo si tratta, avrebbero senso se adottati insieme a un cospicuo pacchetto di misure di carattere generale. Dare un chiaro esempio dall’alto della piramide politica per chiedere i necessari sacrifici alla base della collettività, soprattutto quella che vive sotto l’ampio ombrello pubblico, sarebbe giusto e sacrosanto nell’ambito di una democrazia che si ostina a vivere sopra le proprie possibilità.

Ma dato che l’Italia si trova in una condizione di perenne campagna elettorale, la citata proposta sembra esclusivamente finalizzata a inseguire l’insensato populismo di chi poggia il suo appeal politico sulla pancia di un collettività sempre più confusa, utilizzando arcaici riflessi condizionati di gruppo, tra cui la cosiddetta invidia sociale, per prendere voti.

Di fatto, per come la cosa viene presentata alla massa di chi appare maggiormente suscettibile alle sirene della redistribuzione infinita di pasti gratis, tutto ciò tende a ingenerare nella testa dei più sprovveduti l’idea balzana di uno spostamento diretto di ingenti risorse dalle tasche dei politici a quelle dei cittadini comuni. Una tesi priva di alcun fondamento, visto che sul piano della nostra colossale spesa pubblica i suddetti vitalizi rappresentano una percentuale risibile, ma che costituisce da tempo uno dei più demenziali cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle con  cui finanziare le sue irresponsabili iniziative di natura assistenzialistica.

In definitiva, tagliare i vitalizi dei pubblici privilegiati solo per far la concorrenza ai grillini non può certamente aiutare il Paese reale a comprendere la natura sostanziale dei problemi che lo affliggono, caro Richetti

Aggiornato il 27 luglio 2017 alle ore 10:21