Ci manca solo il Grande fratello fiscale

Oramai c’è da aspettarsi di tutto in questo disgraziato Paese. Dopo aver duramente sperimentato il Grande fratello sanitario durante la pandemia da Covid-19, in cui è stato imposto un lasciapassare sanitario in stile sovietico, oggi spunta dal nulla il Grande fratello fiscale. Ed a sostenerlo non è un vetero-comunista di estrazione bolscevica, bensì un alto esponente del centrodestra, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. In breve, avendo equiparato l’evasione al terrorismo, intervenendo in Commissione parlamentare di vigilanza per l’anagrafe tributaria, Leo si è così espresso: “Quello che si deve fare ed è quello su cui stiamo lavorando con l’Agenzia delle entrate, Sogei, è il cosiddetto data scraping, considerando cioè anche i dati sul tenore di vita che professionisti e imprenditori pubblicano sui social. Già abbiamo iniziato a ragionare col Garante della privacy e da parte loro c’è assoluta disponibilità, ferma restando la tutela dei dati personali. La collaborazione col Garante è assolutamente fondamentale: l’evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo e si deve tutti collaborare”.

Parole pesanti, parole sconcertanti e, soprattutto, parole che mai ci saremmo aspettati da un esponente di una coalizione che, almeno sulla carta, dovrebbe avere un approccio al tema complesso dell’evasione assai più pragmatico, anche in considerazione di quella grande fetta di italiani che evadono per pura sopravvivenza, nell’ambito di un sistema che spesso colpisce lo stesso reddito più volte e in modo regressivo. Ora, senza elencare la lunga sequela di tagliole tributarie e burocratiche che rappresentano una pesante zavorra per il sistema economico nel suo complesso, vi è da aggiungere il tema misconosciuto – soprattutto da chi si trova a governare il Paese – dell’eccesso di spesa pubblica, in particolare quella di parte corrente. Eccesso di spesa pubblica che determina, come conseguenza logica, un altrettanto evidente eccesso nel prelievo tributario allargato; in pratica, troppe tasse per dirla in parole povere.

In sostanza, di fronte a un quadro di questa natura, in cui la mano pubblica è arrivata a intermediare ben oltre metà del reddito nazionale, il cosiddetto sommerso rappresenta in un certo qual modo un elemento che tiene insieme i pezzi di un sistema Paese troppo sbilanciato dal lato del controllo pubblico delle risorse. Da questo punto di vista, non sono pochi gli osservatori di area liberale che ritengono deleterio affrontare il tema dell’evasione fiscale con metodi, come quello suggerito da Leo, che all’atto pratico non darebbero un granché sul piano del gettito reale, ma che rappresentano un ulteriore disincentivo alla libera intrapresa economica, la quale rappresenta il pilastro principale del nostro benessere.

Aggiornato il 02 febbraio 2024 alle ore 09:41