Irenismo e guerra asimmetrica

Vi bastano Londra e San Pietroburgo? Intendo a voi irenisti ed élite fedifraghe e traditrici di sempre che continuate a sostenere: “L’Islam non ha nulla a che fare con il terrorismo jihadista”, anche se tutti i terroristi odierni rivendicano proprio in nome di quella religione i loro atti assassini e infami? Altri atei comunisti ci diranno: “Voi contabilizzate solo le vostre scarse perdite come vittime del terrorismo islamico, ma vi dimenticate che ne avete fatte molte di più, moltiplicandole per mille, con i vostri bombardamenti mirati e intelligenti sulle popolazioni civili di Iraq, Siria, Libia, Palestina, ecc.”. E quest’ultimo, obiettivamente, è un ragionamento da non sottovalutare.

In effetti, dopo il settembre del 2001, per vendicarci abbiamo usato armate supertecnologiche facendo a pezzi i rifugi di roccia di montanari rozzi, violenti e senza futuro (Afghanistan), duplicando quell’intervento con un’invasione massiva del “sacro suolo dell’Islam” iracheno, per ritirarci con ignominia meno di dieci anni dopo lasciandoci dietro montagne di morti e miliardi di dollari gettati al vento. Non paghi, abbiamo assecondato le ireniche “Primavere arabe” (tanto adorate dalle élite di cui sopra!), rimuovendo con la forza feroci satrapie locali che, però, tenevano unite con il pugno di ferro tribù rissose e sanguinarie, reprimendo duramente, per di più, fondamentalismi di ogni risma e colore. Non tenemmo in nessun conto, come accadde prima in Iraq e poi in Egitto, che con la nostra folle idea di “esportare la democrazia” avremmo favorito nella santificazione dei nuovi parlamenti “democratici”, eletti a suffragio universale, l’affermazione di una forte componente maggioritaria dei “Fratelli musulmani”, o dello sciismo iraniano.

Dal settembre del 2001 il risultato della nostra vendetta è stato la diffusione dello jihadismo ai quattro angoli del mondo. Ci siamo addirittura fatti terrorizzare da un antistorico Califfo autoproclamato, lasciando che dilagasse con i suoi fanatici assassini in tre ex Stati mediorientali strategici, seppur da noi disegnati artificiosamente solo sulla carta alla fine dell’epoca coloniale. Avremmo, invece, dovuto anticipare da molto tempo le armate di Vladimir Putin, sostituendole con le nostre, per salvare dal mare di violenza e di oppressione del sedicente “Stato islamico” le sfortunate popolazioni locali (musulmane!). Voi élite fellone fareste bene a non tacere oltre, minacciando seriamente di rappresaglia i Paesi nemici dell’Occidente che finanziano in tutto il mondo il fondamentalismo musulmano, in cui hanno messo solide radici gli stragisti di Al Qaeda e dell’Isis. Non fate finta di non sapere che la vera chiave di volta del Corano è la “Jihad”, la Guerra Santa contro gli infedeli!

Sciiti e sunniti, nelle loro versioni radicali, sono entrambi convintissimi che l’infedele planetario (l’Occidente, la Cina, la Russia) o lo si converte o gli si taglia la testa. Chi parla di “guerra asimmetrica” (loro hanno i kamikaze, noi l’atomica) è solo qualcuno che non ha il coraggio di difendere sé stesso e il proprio futuro da quattro invasati. I nostri avi romani per un loro soldato trucidato a tradimento ricambiavano la cortesia con una bella decimatio tra le fila dei loro nemici giurati presi prigionieri. Noi davvero pensiamo di salvarci da costoro giocando alle anime belle? L’Impero Romano è durato molti secoli, pur avendo inventato per primo il diritto e le sue regole. Ma la storia a noi non insegna proprio nulla?

Invece, il vero rischio che corriamo è l’invasione demografica da parte degli immigrati musulmani, esemplificata dalla profezia e dall’incitazione di Erdoğan ai turchi della diaspora: “inondiamoli di figli nostri e avremo vinto senza combattere!”. In questo, debbo dire, i dittatori hanno una sorta di dono alla maga Circe. Adolf Hitler “sapeva” di dover distruggere il mostro stalinista, ma lo ha combattuto dalla parte sbagliata. La maggiore crescita demografica avrà il suo sopravvento, certo, in quanto dittatura e ordine supremo della natura per tutte le specie viventi, ma ha due limiti, uno inferiore e l’altro superiore, di cui è noto solo il primo: “Zero = annichilimento della specie”. Questo perché quello superiore è multifattoriale: dipende dall’equilibrio dinamico delle specie esistenti, vegetali e animali e dallo sviluppo tecnologico. Oggi, ad esempio, alleviamo e uccidiamo animali per nutrirci. Tra cento anni lo sviluppo di biotecnologie renderà perfettamente superflua questa pratica cruenta.

Questa neo ideologia suprematista, per cui vince alla distanza chi ha un tasso di crescita demografica molto più elevato, ha il suo bel tallone di Achille. Infatti, al momento in cui finirà il petrolio, o quando quest’ultimo diventerà una materia prima irrilevante (vedi sfruttamento industriale della fusione nucleare), a quelle comunità musulmane suprematiste, che vivono all’interno delle società occidentali sviluppate, verranno all’improvviso a mancare i miliardi di dollari di sussidi che provengono oggi dagli Stati petroliferi del Golfo, Arabia Saudita wahabita e fondamentalista in particolare. Quindi, se tutti costoro non vorranno morire di fame (e qui, direi, che le logiche di Wall Street hanno già stravinto!) dovranno fare progressivamente molti meno figli, come accade oggi a noi. Poi, un’altra bella falciatina robusta verrà dalle mille e piccole grandi guerre locali in cui Islam e Occidente continueranno a combattersi, senza mai una vittoria definitiva dell’uno sull’altro. E, purtroppo, ne vedremo ancora molto di questo odio e sangue negli anni che ci restano da vivere.

Aggiornato il 08 maggio 2017 alle ore 13:07