A proposito di Etica

Una volta si affittava la casa in vacanza. Oggi, lo si fa con... l’utero! Poco tempo fa, le prime pagine sono state assediate dalla decisione del giudice di legittimazione alla genitorialità di una coppia maschile omosessuale, sposata in Canada, che ha avuto due gemelli (che oggi hanno sei anni) da una gravidanza a pagamento, tenuto conto del fatto che tra i due padri e i loro bimbi si era pur costruito un legame affettivo di fatto indissolubile. Agli psicologi infantili spetta stabilire se la omogenitorialità sia o meno nociva rispetto al loro futuro inserimento sociale, e se produca gravi lacune affettive che comporteranno per l’adulto a venire una o più eventuali tare comportamentali. Se voi foste giudice, una volta che i due cittadini italiani, canadesi per matrimonio e per adozione dei figli, fossero rientrati in Italia avreste tolto tramite una pur giusta sentenza (da noi la legge non prevede l’utero in affitto) i due “figli”? No. Non lo avreste fatto, per umanità e buon senso. Ecco un primo, eclatante esempio di etica importata!

Il secondo è altrettanto struggente e fa parte del discorso infinito sulla vita e sulla morte, nel loro significato “positivo”. Difatti, è vita essere condannati a un’esistenza da vegetale? Si può, soprattutto, imporre tale condizione a coloro che sono “diventati” tali per gravissimi incidenti e malattie? Ancora una volta, se voi foste giudice, avreste impedito a Dj Fabo di ingerire la sua chimica di fine calvario? No, non lo avreste fatto, in ultima analisi. Per umanità e buon senso. Quindi, ancora una volta il forte differenziale etico-comportamentale (in Canada non è reato l’utero in affitto; in Svizzera non lo è quello della dolce morte) tra Stati sovrani occidentali genera flussi inarrestabili di etica “importata”, discriminandola solo per ceto, a quanto pare. Perché è ben vero che avendo disponibilità economiche si può acquistare a caro prezzo una morte serena nel sonno, o vedere coronate aspirazioni omogenitoriali alla paternità/maternità sostitutiva, in violazione di tutte le leggi di natura.

Nella sfera filosofica del Relativismo tutto questo è giusto, anzi si traduce - in quanto “possibile” - in diritto codificato vero e proprio. Anche qui: le barriere ideologiche ed etiche sono ancora oggi ben alte e salde, istintivamente, per mantenere intatto il principio “vade retro Satana”, più scaramantico che religioso? In tal senso, occorre tener conto, dal lato pratico, di fatti molto rilevanti. Quante volte, dagli albori della civiltà umana a oggi, è accaduto che un bimbo, appena nato o in tenerissima età, avesse solo a disposizione figure maschili/femminili adulte perfettamente eterosessuali che, per la morte prematura o scomparsa voluta dei loro genitori, sono stati costretti a prendersene carico e allevarli? E se questa assistenza ha funzionato bene per lo sviluppo psichico del bambino questo è dovuto esclusivamente alla qualità affettiva dell’assistenza prestata.

Quindi, la negazione assoluta di una determinata configurazione genitoriale non etero fa male alla salute e alla dialettica. Anche se non pochi sollevano la questione della devianza intrinseca. Ovvero: è ammissibile che una coppia omofila tenda ad auto-imporre al figlio il proprio modello di sessualità non etero (o, addirittura, antietero), condizionandone irreparabilmente i futuri comportamenti e le scelte sessuali? Per coloro che ne sottolineano l’aspetto fortemente negativo, si pone il seguente dilemma: ammessa la sottrazione pratica di libertà e di libero arbitrio nelle situazioni sopradescritte, esiste un diritto-dovere dello Stato a regimare dall’esterno una sorta di codice deontologico rispetto ai presunti problemi che potranno venire generati dalla omogenitorialità? Idem per la morte assistita. Chi ha avuto accanto a sé (tutti quelli della mia età vi assicuro!) un malato terminale molto sofferente e cosciente quante volte ha alzato gli occhi al cielo dicendo muto o ad alta voce: “Signore riprenditelo!”. Siete tutti ipocriti, anche voi non togati che magari fate la comunione e tradite vostra moglie, come il Pablo di De André?

Aggiornato il 07 aprile 2017 alle ore 18:04