Usa, un dispositivo   per evitare gli incidenti

Se siete abituati a chattare alla guida, cinguettare o farvi selfie al volante, aprite bene le orecchie. Nello stato di New York è stata da poco presentata una proposta di legge che richiederebbe l’adozione, da parte delle forze dell’ordine, di uno strumento le cui funzioni sono paragonabili a quelle dell’etilometro con il tasso alcolemico. Esiste infatti un dispositivo in grado di intuire se, mentre eravamo alla guida, eravamo distratti dall’uso dei dispositivi cellulari.

Il nuovo marchingegno, battezzato Textalyzer, sarà a quanto pare messo a punto da Cellebrite, la stessa azienda israeliana che secondo molti avrebbe aiutato l’Fbi a sbloccare l’iPhone 5C dell’attentatore della strage di San Bernardino, che il 2 dicembre scorso ha causato la morte di 14 persone. A sostenere fortemente l’uso di questa macchina sarebbe la Distracted Operators Risk Casualties, un’organizzazione americana il cui cofondatore, Ben Lieberman, ha perso il figlio Evan a soli 19 anni, travolto nel 2011 da un automobilista distratto.

Nonostante da anni la maggioranza degli Stati federali abbia vietato per legge l’invio di messaggi o di qualsiasi altro documento digitale via cellulare durante la guida, e nonostante le innumerevoli campagne di sensibilizzazione con cui le autorità avrebbero cercato di invitare giovani e meno giovani a non rischiare la vita distratti dalla smania di comunicare, nel 2015 gli incidenti stradali solo in America sarebbero aumentati di più dell’8 per cento.

Grazie al Textalyzer, che sarà dapprima usato solo in caso di incidente stradale, il poliziotto sul luogo potrà chiedere le consegna del telefonino e, tramite il dispositivo , entrare nel sistema operativo e intuire se l’autista ha usato il cellulare per messaggiare, navigare in Rete o qualsivoglia altra attività in grado di distrarlo. Ammesso che la legge venga approvata, se il conducente dovesse rifiutarsi di lasciare il telefono nella mani delle forze dell’ordine, rischierà la sospensione e poi anche il ritiro della patente. Quanto alla privacy e quindi alla tutela della riservatezza dei contenuti del dispositivo, è stato assicurato che “nessuna di queste scansioni elettroniche può includere il contenuto e l’origine di ogni comunicazione, gioco condotto, immagine o dati visti sul telefono o il dispositivo portatile in questione”. Ulteriori analisi saranno possibili solo previo mandato e consentiranno di confermare i rilevamenti precedenti e determinare le tecnologie hands free, ovvero le operazioni a mani libere tipo vivavoce o auricolari.

In un mondo in cui “il 67 per cento degli automobilisti americani ammette di continuare a usare il proprio smartphone mentre è alla guida” e che solo in Inghilterra dal 2013 conta 67 vittime, semplicemente perché chi era alla guida era anche alle prese con il cellulare, c’è solo da sperare che la legge venga approvata. E che l’Italia prenda esempio.

Che per strada è più frequente trovare una mano sul telefono che due mani sul volante e sulle strade extraurbane l’uso dei telefonini è ormai la prima causa di incidente, responsabile del 21,4 per cento dei sinistri.

“Guidare con il telefono in mano è estremamente pericoloso, oltre che vietato - ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci - ben venga ogni strumento in grado di incrementare gli standard di sicurezza sulle strade e accertare le reali responsabilità di chi infrange le regole di circolazione, purché sia certificata la sua efficienza e la tutela della privacy”.

Speriamo che la privacy non venga tutelata più delle vite umane.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:52