Game on: il mondo dei videogiochi

Concludiamo, con questa decima puntata, la nostra breve storia dei videogiochi. Ci fermiamo, naturalmente, proprio all’inizio dell’ultima generazione di console, quella che vede come protagonisti Nintendo (con il Wii e le varie incarnazioni portatili del Ds), Microsoft (con l’Xbox 360) e Sony (con la Playstation 3, la Psp e recentemente con PsVita). Si tratta di macchine ancora oggi in commercio, che dominano un mercato molto diverso da quello degli albori, che abbiamo descritto nelle scorse settimane. Ma è un mercato le cui dinamiche devono molto alla penultima generazione di console. Della Playstation 2 abbiamo già scritto nella scorsa puntata. Ma cosa si muoveva nell’universo videoludico intorno al “gioiello” di Sony?

La “sesta generazione” (2000-2004)
Non è un mistero che quella che viene comunemente chiamata “sesta generazione” di console, quella cioè che inizia con il Sega Dreamcast, è dominata dalla Playstation 2 di Sony con i suoi quasi 150 milioni di unità vendute. La verà novità, però, riguarda la seconda piazza del podio. Nintendo, con il suo GameCube, non riesce infatti ad andare oltre al terzo posto, con circa 21 milioni di console vendute. E viene superata, inaspettatamente, da una new entry del mercato videoludico. In barba alla sua immagine seriosa da produttrice di sistemi operativi e software per personal computer, la Microsoft di Bill Gates decide di entrare nel settore dei videogiochi con un pc ottimizzato a scopi di entertainment: l’Xbox (24 milioni di unità vendute). Esattamente un mese dopo il lancio del GameCube in Giappone (15 settembre 2001), il colosso di Redmond presenta al pubblico statunitense la propria creatura. Dai tempi dell’Atari Jaguar, è la prima volta che un’azienda americana prova a competere con quelle nipponiche. Dopo aver collaborato con Sega per il sistema operativo del Dreamcast (Windows CE), è almeno dal 1998 che un gruppo di ingegneri Microsoft sta studiando il modo di creare una console capace di competere con la Playstation. E, anche se non riesce a scalzare Sony dal trono in questa generazione, l’Xbox getta le fondamenta del futuro dominio di Microsoft sul mercato nordamericano (quello più redditizio ai giorni nostri). 

Basato su una cpu Pentium III a 733 MHz, l’Xbox ha le specifiche di un pc di fascia media (almeno per l’epoca), ma il suo vero punto di forza è senza dubbio l’utilizzo intelligente del servizio online denominato Live, che sarebbe poi diventato la carta vincente del suo successore, l’Xbox 360. 

Sbarcato anche in Europa e in Giappone nella primavera del 2002 (senza mai veramente sfondare nel paese del Sol Levante), l’Xbox è la prima console dotata - oltre a un lettore dvd - di un disco fisso e dunque la prima per la quale non è necessario l’utilizzo smodato di memory card per il salvataggio delle partite. Con il suo GameCube, invece, Nintendo decide di non seguire la “moda” del dvd e sceglie un formato ottico proprietario (che Panasonic più tardi integrerà con un dvd-player tradizionale), rinunciando comunque per la prima volta nella sua storia alle classiche “cartucce”. Il cuore pulsante del GameCube è un processore PowerPc, ma la macchina Nintendo non da la sensazione di poter reggere il passo con i rivali, almeno a livello hardware. 

Macchine a parte, la caratteristica più interessante della “sesta generazione” è che le maggiori compagnie produttrici di software - Activision, Electronic Arts e Ubisoft - iniziano ad adottare una strategia cross-platform rilasciando i loro giochi per tutte le console, oltre al pc. Questo contribuisce a distruggere definitivamente la superiorità delle macchine arcade rispetto a quelle casalinghe. Tra titoli multipiattaforma e titolo esclusivi, nascono blockbuster come la serie di Grand Theft Auto, Final Fantasy X, Halo, Metroid Prime, Resident Evil 4, i titoli sportivi di Electronic Arts (Madden, Fifa, Nba, Nhl), Devil May Cry, Fable, Forza Motorsport, Geometry Wars, Katamari Damacy, Max Payne, Project Gotham Racing, The Sims, Knights of the Old Republic, Tom Clancy’s Ghost Recon, Virtua Tennis, Yakuza.

In larga parte, i giochi dell’attuale generazione di console (la settima) sono una sorta di estensione in alta definizione della generazione precedente. E molti tra i titoli più venduti sono sequel di franchise nati su Playstation 2 o Xbox.

La differenza più importante tra queste due generazioni - che è poi il motivo che ha portato alla “resurrezione” di Nintendo (almeno per numero di unità vendute) - riguarda i sistemi di controllo. La rivoluzione del motion controller su Wii, che ha spinto Microsoft con Kinect e Sony con Move ad emulare Nintendo, ha anche contribuito a portare definitivamente il mondo delle console nel mercato di massa. Nonnetti e mamme che mai, prima d’ora, si sarebbero avvicinati all’intrattenimento elettronico, oggi sgambettano allegramente con i titoli casual tanto disprezzati dai giocatori hardcore. Ma a beneficiare di questa espansione del settore non è stata solo Nintendo, che pure ha venduto 152 milioni di Ds e 96 milioni di Wii. Microsoft, con Xbox 360 ha quasi triplicato il numero di unità vendute (67 milioni) e perfino Sony, la vera sconfitta della settima generazione, è riuscita a piazzare 65 milioni di Playstation 3 e 75 milioni di Psp. 

Oggi il mercato videoludico muove un fatturato di oltre 60 miliardi di dollari all’anno, con un trend che sembra puntare ai 100 miliardi entro il 2015. Un volume d’affari superiore a quello di cinema e musica messi insieme. Niente male, per una rivoluzione nata con un “pong”.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:48