Gates, Clinton e il principe Andrea
Jeffrey Epstein è stato un uomo d’affari molto ben inserito nei circoli più esclusivi degli Stati Uniti, in stretti rapporti con importanti politici, imprenditori, con tutta l’alta società ed anche con un membro della famiglia reale inglese. È davvero emblematica la vicenda personale e giudiziaria di quest’uomo, morto a 66 anni per un apparente suicidio il 10 agosto 2019 nel carcere di New York, dove era detenuto in attesa di giudizio per gravi accuse di abusi sessuali su minori.
Attingendo al prezioso contributo del sito di approfondimento giornalistico “Inside Over”, si può comprendere meglio la figura del principale protagonista di una delle vicende più imbarazzanti dell’ultimo ventennio della gloriosa storia americana. Vicenda emblematica sia perché tratta di un “self made man”, molto caro all’America, ma anche perché ha evidenziato le crepe di un sistema giudiziario troppo tenero con un potente in stretto contatto con politici ancora più potenti di lui, alcuni dei quali icone della sinistra e del Partito Democratico, tradizionalmente trattati con il guanto di velluto dai media. Questo il racconto di “Inside Over”: “Jeffrey Epstein era nato a New York da una famiglia della classe media, ma, nel 1992, la vita gli permise di acquistare la più grande residenza privata di Manhattan, immobili a Parigi, Miami, e perfino l’isola Little Saint James nelle Virgin Islands. Divenne amico di celebrità e uomini molto potenti, tra cui Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates ed il Principe Andrea d’Inghilterra”.
Ma non si dedicava solamente agli affari. Con il contributo della sua complice e amante Ghislaine Maxwell, aveva messo in piedi un traffico internazionale di minori per soddisfare le proprie perversioni. Ma, già nel 2005, i genitori di una quattordicenne avevano raccontato alla Polizia di Palm Beach, in Florida, che la figlia era stata vittima di abusi. Le successive indagini fecero emergere abusi su decine di donne, anche minori, ma riuscì a cavarsela con lievi accuse di istigazione e induzione alla prostituzione minorile.
Nel 2007 l’indagine passò all’Fbi e gli avvocati di Epstein riuscirono a patteggiare un accordo segreto con il procuratore della Florida, Alexander Acosta che garantì l’immunità su tutti i reati federali. “È stato l’unico caso della mia carriera in cui non mi sono sentito capace di proteggere le vittime” ha rivelato l’ex capo della Polizia di Palm Beach. Dello stesso avviso il legale delle vittime: “È inspiegabile come il pubblico ministero abbia accettato un patteggiamento a 13 mesi di reclusione”. Il procuratore Acosta, divenuto Segretario al lavoro del governo di Donald Trump, è stato costretto a dimettersi per le roventi polemiche su questa brutta storia, che qualcuno aveva cercato di sotterrare.
“Inside Over” rivela anche le “gravose” modalità con cui ha scontato la ridicola pena: “Epstein scontò la pena detentiva di appena 13 mesi, durante la quale gli fu permesso di uscire di prigione sei giorni a settimana, per lavorare nel suo ufficio a Palm Beach.” Quindi, la vicenda venne seppellita in fretta, ma era destinata inevitabilmente a riaprirsi, sia perché i crimini commessi erano troppo efferati e sia perché erano decisamente cambiati i tempi grazie alla nascita, nel 2017, del movimento femminista “Me Too” che aveva già stanato, nell’alta società americana, numerosi aguzzini sessuali, tra cui il produttore Harvey Weinstein, poi condannato a 20 anni di reclusione.
Infatti, nel 2018, il quotidiano “Miami Herald” ha riaperto il caso rivelando che Epstein pagava le minorenni in cambio di prestazioni sessuali: “Un detective di Palm Beach, che ha indagato sul caso, ha raccontato che circa 80 donne sono state vittime di molestie o abusi”. Così Epstein è stato nuovamente incriminato e tratto in arresto l’8 luglio 2019 dai pubblici ministeri di New York, che hanno contestato episodi di molestie nei confronti di ragazzine, anche quattordicenni, dal 2002 al 2005. Epstein si è dichiarato non colpevole, ma il giudice Richard Berman non ha neanche concesso la cauzione richiesta dai suoi legali spiegando che Epstein rappresentava un pericolo per la società e per questo non andava rilasciato”.
“Inside Over” riporta alcuni passaggi della testimonianza di Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici di Epstein e del Principe Andrea. La ragazza ha descritto fatti molto intimi su come era scattata la trappola. Era stata contattata da Ghislaine Maxwell che le aveva chiesto se volesse fare da massaggiatrice per un miliardario. Entrata nella villa di Palm Beach, nota subito la scala arredata con diverse foto di ragazze nude. Un’altra donna la accompagna nella camera di Epstein e poi nella stanza dei massaggi.
Dopo le rivelazioni del “Miami Herald” del 2018, sono emerse nuove accuse anche in un altro filone d’indagine aperto dal procuratore delle Virgin Islands, Denise George. Lo racconta “Inside Over” aggiungendo che, anche in questo caso, “sono stati riscontrati centinaia di episodi di abusi sessuali su minori. Le violenze sono avvenute tra il 2001 e il 2018 nelle isole caraibiche Little Saint James e Great Saint James. Un paradiso privato dove regnava il più totale silenzio”.
“Arrivava con il suo jet privato e con lui c’erano sempre ragazze molto giovani, penso non avessero più di 16 anni. Poi in elicottero raggiungeva Little Saint James”, ha raccontato un dipendente dell’aeroporto di Saint Thomas. Drammatico il racconto di una quindicenne che aveva cercato di fuggire dall’isola, addirittura, a nuoto, ma gli addetti alla sicurezza erano riusciti a bloccarla.
“Inside Over” racconta che tra gli amici di Epstein c’era anche l’ex presidente, Bill Clinton, che aveva spesso utilizzato il suo jet. “I registri di volo della Federal Aviation ottenuti da Fox News raccontano che Clinton ha compiuto 27 viaggi a bordo del Boeing 727 di Epstein dal 2001 al 2003. In alcune occasioni, anche con 10 agenti dei servizi segreti. Il jet era stato ribattezzato il Lolita Express”. Sempre secondo “Inside Over”, un ex dipendente di Epstein ha raccontato che Clinton fu avvistato anche nella tristemente famosa “villa delle orge” di Little St James”. Nel 2002 Clinton aveva parlato in questi termini di Epstein: “Un filantropo impegnato, ho sempre apprezzato la sua generosità nell’ultimo viaggio in Africa per la democratizzazione dell’area, la lotta a povertà e Aids”.
“Inside Over” esamina anche il rapporto tra Jeffrey Epstein e Donald Trump, citando il canale Bloomberg, secondo cui Epstein era stato membro del club di Trump a Palm Beach, Mar-a-Lago. “Conosco Jeff da quindici anni. Ragazzo fantastico” aveva detto Trump al New York Magazine nel lontano 2002. Ma, sembra proprio che Trump avesse poi capito che qualcosa non funzionava nella testa di Epstein, perché lo allontanò dal club. Infatti, secondo un avvocato delle vittime, “Trump lo allontanò perché aveva aggredito sessualmente una minore all’interno del club”. Dopo l’arresto, Trump è tornato sul suo rapporto con Epstein, confermando il litigio: “Ho avuto un con lui un litigio, molto tempo fa. Non lo sento da almeno 15 anni”. Tra i più assidui frequentatori di Epstein c’era anche il principe Andrea d’Inghilterra, accusato di ripetuti abusi proprio da Virginia Giuffre. “Non è stata una storia morbosa di sesso, è stata una storia di abusi”, così la donna in un’intervista alla Bbc. Per questa vicenda la Regina Elisabetta ha imposto al figlio il ritiro dalla vita pubblica.
Tra gli amici di Epstein non poteva mancare l’onnipresente filantropo Bill Gates. Infatti, secondo un articolo del New York Times del 13 ottobre 2019, ripreso dall’agenzia Agi: “Almeno in tre occasioni Bill Gates è andato a trovare Epstein nel suo appartamento a Manhattan. Con Gates e la moglie Melinda, Epstein discusse di iniziative caritatevoli. “Il suo stile di vita”, scrisse Gates in una e-mail indirizzata ad amici dopo l’incontro, pubblicata dal New York Times, “è molto diverso dal mio e per certi versi intrigante, ma non è per me”. “Non c’è mai stata approvazione del suo stile di vita e neanche interesse”. Tuttavia, il New York Times ha fatto notare che quando i due si incontrarono il passato di Epstein era già noto, soprattutto, in certi ambienti”.
E tra gli incontri che il New York Times ha ricostruito ce ne è uno avvenuto il 31 gennaio 2011 proprio nell’appartamento di Manhattan, dove parteciparono una ex Miss Svezia, che aveva avuto una storia con Epstein, e la figlia di 15 anni. L’incontro è cominciato alle 8 di sera ed è andato avanti per molte ore. L’esperienza insegna che i commenti sulla meschinità umana vanno anche un po’ lasciati alla sensibilità di ognuno. Può aiutare, in proposito, l’insegnamento del grandissimo filosofo tedesco, Friedrich Nietzsche, nella sua pregevole opera giovanile “Umano, troppo umano”, pubblicata nel 1878, secondo cui “si sbaglierà di rado chi ricondurrà le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all’abitudine e quelle meschine alla paura”.
Aggiornato il 19 marzo 2021 alle ore 10:03