La doppia morale di Conte

Dopo lo strappo a due giorni delle primarie del cosiddetto campo largo a Bari, prosegue l’offensiva a tutto campo di Giuseppe Conte nei riguardi del Partito democratico, reo di non riuscire a liberarsi, a suo dire, di cacicchi e capibastone. Come riporta l’Ansa in un articolo del 7 aprile, “Il Movimento 5 stelle, dopo lo strappo di Bari, quando Conte, in seguito alla nuova inchiesta sulla compravendita di voti, decide di rinunciare alle primarie con il Pd, anche in Piemonte sceglie la corsa in solitaria candidando Sarah Disabato. E lasciando la prescelta dei dem Gianna Pentenero al suo destino, dopo mesi di inutili incontri tra gli sherpa di quello che, fino a qualche giorno fa, ancora qualcuno chiamava campo largo”. Ma che si tratti di una questione legalitaria a corrente alternata lo sostiene il deputato dem Andrea Casu, il quale parla esplicitamente di “questione morale double face di Conte”. In particolare, egli sottolinea che l’avvocato del popolo, pur sostenendo che il suo partito considera irrinunciabile la questione della legalità, “non dice nulla sulla condanna a 8 anni e 8 mesi nei confronti del presidente del Consiglio comunale del M5s, Marcello De Vito per lo stadio di Tor di Valle a Roma. Come minimo – incalza il parlamentare democratico – ci aspettiamo che ora ritiri la tessera di Virginia Raggi che all’epoca era sindaca in carica, altrimenti significa che per Conte la legalità non solo è negoziabile, ma è una questione da agitare a là carte solo contro il Pd”.

D’altro canto, occorre aggiungere proprio in merito al Piemonte, che l’ex sindaca grillina di Torino, Chiara Appendino, deputata e vicepresidente del M5s, è stata condannata in primo e secondo grado per omicidio colposo a seguito dei fatti di Piazza San Carlo, del 3 giugno 2017. Eppure, non ci risulta che in questo caso, che personalmente considero comunque assai controverso, il rigorismo manettaro abbia minimamente scalfito la fiducia del leader pentastellato nei confronti della sua giovane vice. In realtà, la stessa questione morale, utilizzata in questo frangente da Conte per svincolarsi dall’ingombrante alleato per poter correre in solitaria alle prossime elezioni europee, rappresenta una classica foglia di fico per nascondere il vuoto di idee e proposte spendibili, al di là del sempre più stantio ritornello basato sull’onestà. Un vuoto di idee e di proposte politicamente spendibili che hanno segnato da tempo l’inesorabile declino dei grillini. Un declino il quale, senza l’ostinata scelta strategica del campo largo espressa da Elly Schlein – che rappresenta una sorta di salvagente politico per Conte e soci – avrebbe dovuto già ridurre il loro consenso ai minimi termini.

Aggiornato il 08 aprile 2024 alle ore 09:49