Il delirio dell’onestà

Malgrado siamo lontanissimi da una o più eventuali condanne, il terremoto politico pugliese, che sta sconquassando il campo largo, ha riportato alla ribalta i teorici della cosiddetta questione morale. Questione morale che aveva trovato nel Movimento 5 stelle un grande collettore di voti, tanto da proiettare i suoi esponenti in una delle più catastrofiche esperienze di Governo della storia repubblicana. Tra i più accaniti sostenitori di questo rigurgito di onestà – un rigurgito che guarda caso capita proprio a ridosso delle prossime elezioni europee – si distinguono Marco Travaglio e Luca Sommi, colleghi del Fatto Quotidiano e presenza fissa, il primo come ospite e il secondo come conduttore, del programma Accordi e disaccordi, in onda sul Nove. Ad affiancare Sommi nella conduzione vi è Andrea Scanzi, altro pezzo da novanta dell’intellighenzia caciottara che vagheggia una società nella quale la politica, formata da una schiatta di personaggi incorruttibili, sia in grado finalmente di creare una società scevra da problemi.

Lo stesso Sommi, che oltre a fare il giornalista di successo e scrivere libri, insegna linguaggi del giornalismo all’Università di Parma, nel corso del salotto televisivo di Paolo Del Debbio, in onda su Rete 4, ha impartito una lezioncina di quella che per lui è la buona politica. Una buona politica la quale, per esprimere il concetto in estrema sintesi, dovrebbe essere incarnata da uomini retti e probi che siano in grado, animati essenzialmente da uno spirito di servizio, di risolvere i problemi dei cittadini. In pratica, osservando la cosa da un punto di vista liberale, si tratta dell’ennesima riproposizione di un antico miraggio, che probabilmente affonda le radici nei primordi della storia umana, il quale si basa su un’altra e ancora più pericolosa illusione. Ovvero l’idea secondo cui ogni aspetto della esistenza umana deriverebbe da un atto deliberato della sfera politica. Ciò che il grande economista e pensatore Friedrich von Hayek definiva con il termine di costruttivismo.

Tutto questo poi, declinato nell’ambito di una società italiana in cui le relazioni e le parentele contano ancora molto, non può che aggravare ogni forma di corruzione o di semplice malcostume. In realtà, partendo dal principio liberale che il Governo migliore è quello che governa meno, la prospettiva che i vari Sommi continuano a riproporci da decenni andrebbe completamente ribaltata, riportando la sfera politica entro ambiti più ragionevoli. Ambiti in cui, grosso modo, la stessa politica stabilisce la cornice di regole in cui si svolge la vita sociale ed economica dei cittadini, anziché occuparsi di ogni aspetto della nostra esistenza. Inoltre, occorre anche sottolineare che, proprio in merito alla presunta compravendita di voti emersa in Puglia, ci sono metodi legali ma ancora più catastrofici sul piano degli interessi generali per acquisire consensi, come quelli che nel corso della passata legislatura hanno letteralmente e onestamente sfasciato i conti pubblici: reddito di cittadinanza e bonus 110 per cento su tutti. In quest’ultimo caso, l’onestà non ha fatto certamente rima col più elementare senso di responsabilità.

Aggiornato il 15 aprile 2024 alle ore 13:37