Gli agguati di Lilli Gruber

Giovedì scorso è andato in onda l’ennesimo agguato di Dietlinde Gruber, della Lilli, ai danni di Giorgia Meloni, suo malgrado diventata la prima donna premier della storia repubblicana. Come consuetudine della conduttrice di Otto e mezzo, programma tivù trasmesso su La7, si è inscenato un dibattito totalmente squilibrato, con quattro personaggi chiaramente schierati contro l’attuale Governo e un solo soggetto a favore, in questo caso la giornalista Laura Tecce, destinata fatalmente a svolgere lo scomodo ruolo di zimbello. La questione dell’innalzamento del tetto al contante è stato il principale tema scelto dalla popolare giornalista altoatesina, che alcuni anni orsono si rese celebre per aver chiesto ad un suo ospite se il fotovoltaico funzionasse anche di notte. Un tema che ha mandato in brodo di giuggiole gli altri sinistri antimeloniani presenti in trasmissione: il direttore di Domani Stefano Feltri, lo storico dell’arte Tommaso Montanari, letteralmente ossessionato da un delirante pericolo fascista, e lo scrittore Paolo Giordano.

Ebbene, i quattro moschettieri dell’eterna lotta all’evasione da realizzare con la moneta elettronica, hanno sostanzialmente emulato una celebre pubblicità del gratta e vinci di qualche anno fa, in cui con lo slogan “Ti piace vincere facile?”, veniva inquadrata una impari partita di calcio con una delle due squadre formata da centinaia di giocatori. E, per quanto l’ottima Tecce abbia cercato di controbattere agli attacchi concentrici dei suoi interlocutori con argomentazioni più che ragionevoli, la forza del numero, così come da sempre accade nel salotto a senso unico della Gruber, alla fine risulta decisiva.

D’altro canto, il pubblico di nicchia dei talk che vanno in onda nella televisione di Urbano Cairo è già ben selezionato da tempo, visto che l’orientamento dei suoi numerosi conduttori è smaccatamente ostile ai partiti che hanno vinto le elezioni del 25 settembre. In sostanza, è come se la Gruber & company se la suonassero e se la cantassero, appena disturbati dalla presenza, ahiloro, degli sparuti zimbelli summenzionati, la cui presenza è resa dolorosamente necessaria per offrire una modestissima parvenza di equilibrio e obiettività. Insomma, per definire tutto questo “giornalismo di approfondimento politico” ci vuole veramente un gran coraggio.

Aggiornato il 28 ottobre 2022 alle ore 10:18