Sovranisti di Pulcinella

Con l’aria che tira in questo Paese devastato, preda di una cultura economica eufemisticamente regressiva, non mi stupisco affatto che i libri di Mario Giordano vadano a ruba. Esponente di un nazionalismo abbastanza ridicolo, soprattutto all’interno di una comunità che fa della sua estrema disunità la sua caratteristica saliente, questo principe dell’informazione sta facendo in questi giorni il giro delle sette chiese televisive presentando la sua ultima fatica letteraria: “L’Italia non è più italiana”. Ma è nel sottotitolo che si comprende in maniera inequivocabile il suo messaggio, reiterato in ogni ambito e in ogni occasione: “Così i nuovi predoni ci stanno rubando il nostro Paese”.

Un grande Paese il quale, secondo la visione “leggermente” manichea del nostro, sarebbe da tempo oggetto di una sorta di complotto internazionale per depredarne le ricchezze e talenti. Talenti come Alice, figlia prediletta di Giordano, la quale attualmente studia in Francia, a cui lo stesso avrebbe dedicato il libro in oggetto. Interpellato in merito dalla conduttrice di Omnibus, talk-show mattiniero in onda su La7, che ha chiesto all’ex direttore se la figlia volesse tornare a vivere in Italia, Giordano ha così risposto: “Lei vorrebbe farlo, e la cosa mi inorgoglisce da papà ma mi fa anche tanta paura”.

Paura? Ma come, un personaggio il quale sembra credere fermamente che il destino del mondo sia quello di organizzarsi intorno ai nostri destini nazionali teme per il ritorno in patria della figlia? Egli vorrebbe forse regalare l’impegno e le capacità di quest’ultima alla perfida Francia, una delle punte di lancia di quella compagine di Stati che ci starebbero letteralmente depredando? D’altro canto è anche vero che, nazionalismo di Pulcinella a parte, i figli sono sempre “pezzi ’e core”. Tuttavia, se non vivessimo nell’ambito di una collettività dominata dall’analfabetismo funzionale, e dunque propensa a bersi qualunque strampalata tesi o teoria, un paladino dell’italianità come Giordano si sarebbe guardato bene dall’esprimere una così clamorosa contraddizione. Ma in Italia siamo e questi sono i suoi profeti.

Aggiornato il 06 febbraio 2019 alle ore 11:25