L’apologia di Grillo è un flop

Non credevo ai miei occhi quando, facendo una breve escursione tra i vari programmi tv di lunedì sera, mi sono imbattuto in una sorta di maratona apologetica del comico Beppe Grillo trasmessa su Rai 2, divenuto il canale del cambiamento per antonomasia da quando a dirigerlo è stato chiamato Carlo Freccero, da tempo in quota Movimento 5 Stelle.

Si è trattato di una miscellanea di alcuni spezzoni di spettacoli del fondatore del M5S, con tanto di sottotitoli per indicarne il percorso politico-culturale, che ha suscitato grandi polemiche e che, per soprammercato, non ha affatto raggiunto gli ascolti stellari che si aspettava lo stesso Freccero. È stato di fatto un flop colossale con poco più di un milione di telespettatori, per uno share del 4,34 per cento, ancora più infimo al Sud e nelle Isole, dove la spasmodica attesa del reddito faceva ben sperare gli artefici di tale operazione mediatica, con appena il 3,58 per cento.

Tra le tanti voci fuori dal coro dei vincitori registriamo quella del deputato Michele Anzaldi del Partito Democratico, membro della Vigilanza parlamentare dei servizi radiotelevisivi, il quale si è così espresso: “Lo share di Grillo è sotto la media di rete e il peggiore dei canali Rai e Mediaset. Freccero senza vergogna aveva giustificato la serata dicendo che serviva a far crescere gli ascolti, invece ha trascinato la sua rete in fondo alla classifica Auditel: ora si dimette?”.

Tuttavia il direttore di Rai 2 non ha fatto una piega, dichiarando di sentirsi “tranquillo come il Papa quando la mattina va a Santa Marta”.

Nel complesso non si è certamente trattato di un episodio esaltante per una tivù di Stato la cui immagine, tra un programma di intrattenimento demenziale e l’altro e la solita occupazione degli spazi legati all’informazione da parte dei vincitori di turno, non ne esce certamente rinforzata. Anzi, l’impressione è quella di una emittente pubblica perfettamente in linea con lo sfascio sistemico generale. E per quest’ultimo non c’è Auditel che tenga.

Aggiornato il 30 gennaio 2019 alle ore 10:43