Il successo politico delle balle

In merito al sempre più chimerico reddito di cittadinanza,tra i tanti pesci in barile del nostro variegato mondo dell’informazione, circola con una certa insistenza la seguente tiritera: certamente la misura non sarà realizzata nei termini in cui era stata prospettata in campagna elettorale, tuttavia solo il fatto di averla approvata in via definitiva costituisce un indubbio successo politico per Luigi Di Maio e il Movimento 5 Stelle.

In pratica, per dirla in estrema sintesi, sarebbe come promettere una vacanza di un mese alle Maldive in un hotel a 5 stelle, tanto per restare in tema, per poi ripiegare in una gita di due giorni a Rocca Cannuccia con pernottamento alla pensione di nonna Rosina. Francamente non mi sembra proprio un gran successo politico presentarsi alla propria base elettorale, in fervida attesa da anni, con uno scatolone pieno di chiacchiere con sopra stampigliato “Reddito di cittadinanza”, al posto di quello che era stato sbandierato come un forziere zeppo di oro zecchino.

Inoltre, vista l’estrema confusione che regna intorno ad un provvedimento che già si preannuncia tra i più fallimentari della storia repubblicana, l’averlo semplicemente ratificato sulla carta non lo rende per questo magicamente efficace. E sebbene il succitato ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico continui a fare il giro delle sette chiese televisive, affannandosi a raccontare che con i 6 miliardi di euro messi a bilancio per il 2019, in virtù di imperscrutabili alchimie che solo lui e altri pochi eletti conoscono, sarà possibile togliere dalla povertà 5 milioni di cittadini, la cruda matematica ci dice che i conti non tornano affatto.

O si accontenta l’intera platea, distribuendo una mancetta di circa 130 euro al mese, oppure si beneficiano pochi fortunati, lasciando a bocca asciutta gran parte dei milioni di poveri a cui era stato promesso il paradiso. Una folla smisurata di indigenti che avrebbero dovuto attraversare il deserto verso la terra promessa della felicità grillina, guidati da uno stuolo di profeti del lavoro chiamati navigator, ma che invece dovranno molto presto gettare i loro sogni nella discarica delle illusioni perdute. Ciò a causa dell’inevitabile irruzione della realtà, destinata come sempre a far da inesorabile spartiacque tra le opzioni politiche praticabili e le balle spaziali gettate in pasto ai gonzi ed agli sprovveduti. Ed è proprio sotto il profilo delle medesime balle spaziali che il reddito di cittadinanza può essere definito un successo.

Aggiornato il 27 gennaio 2019 alle ore 10:39