Come difendersi dai disservizi e dall’invadenza monopolistica dello Stato

Cosa può fare un cittadino dinanzi ai disservizi pubblici e all’inerzia della Pubblica amministrazione e dei Municipi? Una proposta potrebbe essere questa: dinanzi all’inadempimento, al ritardo o all’inadeguatezza dell’Ente pubblico (certificata dalla mancata risposta al formale sollecito ad adempiere da parte dell’utente), si potrebbe consentire ai cittadini di attivarsi in proprio, rivolgendosi a un fornitore privato.

La fattura pagata al fornitore privato, per svolgere quel servizio che l’Ente pubblico non ha eseguito (lo sfratto esecutivo di un inquilino moroso, la raccolta dei rifiuti, la pulizia delle strade, la riparazione delle buche, la manutenzione del verde) verrebbe inviata, tramite procedura online, alla Agenzia delle entrate. L’intero importo maturerebbe un credito d’imposta compensabile con qualunque imposta diretta, indiretta, tassa, ticket, tariffa, dovuta all’erario o ad altro Ente pubblico o municipalizzata. E, se in eccedenza, sarebbe rimborsabile nella dichiarazione dei redditi.

Una simile procedura, oltre a risolvere l’esecuzione del mancato servizio, indurrebbe i cittadini a valutare la maggiore efficienza ed efficacia della libera impresa nei confronti della elefantiaca lentezza della Pubblica amministrazione, impastoiata in una burocrazia bizantina. E indurrebbe lo Stato, attraverso la riduzione delle entrate, ridotte dal credito d’imposta summenzionato, a efficientarsi e a semplificare le proprie procedure per rispondere velocemente alle esigenze della popolazione, pena la perdita del monopolio della erogazione di quel servizio.

Si avrebbe, in tal modo, una graduale, naturale e spontanea scelta della popolazione verso la liberalizzazione dei servizi pubblici, sia statali che locali.

Aggiornato il 11 settembre 2023 alle ore 11:19