Ue, l’Italia si conferma “maglia nera” della crescita

L’economia italiana non registra alcun balzo in avanti. La Commissione europea, nelle sue previsioni estive, ha confermato le stime precedenti, già diffuse durante la scorsa primavera. Nel 2019 la crescita ipotizzata, lo +0,1 per cento, viene definita “marginale” mentre per il 2020 l’esecutivo Ue parla di ripresa moderata. Secondo la Commissione Ue, “in Italia non ci si attende che l’attività economica rimbalzi significativamente prima della fine dell’anno e i rischi alla crescita restano pronunciati, specialmente nel 2020, quando le politiche di bilancio affrontano particolari sfide”.

L’Italia si conferma “maglia nera” in fatto di crescita nella Ue in entrambi gli anni. Nelle nuove previsioni economiche della Commissione europea, Malta è al top nel 2019 (+5,3 per cento), seguita da Ungheria e Polonia (+4,4 per cento), e dall’Irlanda (+4 per cento). In fondo alla classifica, ma prima dell’Italia, c’è la Germania (+0,5 per cento), che però nel 2020 recupera (+1,4 per cento).

“In Italia – scrive la Commissione europea – le tensioni sui mercati sono recentemente scemate, prima a causa delle aspettative di allentamento della politica monetaria e poi ulteriormente aiutate dalla correzione dei conti adottata dal governo con l’assestamento di bilancio. La correlata compressione dei tassi sul debito, se sostenuta, potrebbe alleggerire i costi di funding delle banche e sostenere il credito alle imprese”.

Secondo la Commissione Ue, la crescita italiana 2019-2020 “è legata soprattutto ai consumi privati, sostenuti da prezzi dell’energia più bassi e dal reddito di cittadinanza. Ma questi fattori positivi è probabile che vengano attenuati da un mercato del lavoro meno dinamico e dal calo della fiducia dei consumatori associata all’aumento di risparmi preventivi”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sostiene che “la strategia di politica economica del governo miri senz’altro alla progressiva riduzione del debito pubblico, condizione necessaria, imprescindibile per ogni prospettiva di crescita”.

Per il premier, “la scelta della Commissione europea di non richiedere al Consiglio l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo conferisce fiducia al nostro sistema paese. I nostri conti pubblici sono solidi e in ordine e la significativa riduzione dello spread ne è la prova”.

Aggiornato il 10 luglio 2019 alle ore 23:54