Entro due anni l’Nba arriverà in Italia

Ottant’anni di storia e un futuro che guarda sempre più lontano. L’Nba, la lega di basket più celebre e seguita del pianeta, si prepara a celebrare il suo anniversario con un ambizioso piano di espansione globale, volto a esportare il proprio marchio e il proprio modello anche oltre i confini degli Stati Uniti, Italia compresa. Ad annunciarlo è stato il vicecommissario e chief operating officer Mark Tatum. “Il nostro obiettivo – ha spiegato in una call alla quale era presente l’agenzia di stampa Ansa – è il lancio nei prossimi due anni, previa approvazione della Nba e della Fiba (Federazione internazionale di pallacanestro). Abbiamo ingaggiato J.P. Morgan e Rain come advisor e stanno lavorando duramente per continuare a perfezionare il nostro modello. E direi che in un futuro immediato inizieremo ad ingaggiare in modo significativo i potenziali investitori della Lega. Nella prima fase, il nostro piano comprende Spagna, Regno Unito, Francia, Italia, Germania, forse Turchia e Grecia”.

L’obiettivo è chiaro: portare il brand al centro della scena europea con un progetto che punta a coniugare spettacolo sportivo e solidità economica, rafforzando la presenza del basket professionistico americano nei mercati chiave del Vecchio continente. Nel frattempo, la lega si appresta a inaugurare l’edizione numero 80 della sua storia. 32 squadre pronte a contendersi il titolo attraverso le consuete 82 partite di regular season, seguite dai playoff che assegneranno il trofeo più ambito del basket mondiale. In calendario anche tappe internazionali a Città del Messico, Berlino e Londra, a testimonianza della vocazione globale della competizione. La nuova stagione si preannuncia ricca di record: saranno 135 i giocatori non statunitensi, di cui 71 europei, provenienti da 43 Paesi diversi. L’Italia sarà rappresentata da Simone Fontecchio, in forza ai Miami Heat.

E mentre il mondo si prepara a celebrare l’ennesima evoluzione della lega, LeBron James continua a scrivere la propria leggenda. Alla soglia della 23ª stagione in carriera, il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers è pronto a infrangere nuovi record, diventando il giocatore con il maggior numero di stagioni nella storia della Nba. Leader assoluto per punti e minuti giocati, James potrebbe superare ulteriori traguardi: con 50 partite disputate batterebbe il primato di 1.611 gare in stagione regolare detenuto da Robert Parish, mentre con 350 field goal raggiunti supererebbe il record di Kareem Abdul-Jabbar (15.837).

Un traguardo che appare quasi irreale se si pensa che l’ex “prescelto” – al debutto con i Cleveland Cavaliers il 29 ottobre 2003 sul parquet dei Sacramento Kings – è oggi più longevo di 83 giocatori che, al momento del suo esordio, non erano ancora nati. Si tratta del 18,4 per cento degli attuali atleti Nba, un dato che sintetizza in cifre l’eccezionalità della sua carriera. Tra questi c’è Brice Sensabaugh degli Utah Jazz, nato il giorno successivo al debutto di LeBron, ma anche gli ultimi Rookie of the Year, Steph Castle e Victor Wembanyama, entrambi classe 2004. E poi c’è Bronny James, suo figlio e ora compagno di squadra, simbolo vivente di un passaggio generazionale che ha dello storico. Solo quattro giocatori scelti al primo giro dell’ultimo Draft erano già nati nel giorno dell’esordio del fuoriclasse di Akron. I più giovani, come Cooper Flagg e Dylan Harper, nati nel 2006, sono venuti al mondo quando LeBron già lottava per il titolo di Mvp, chiudendo la stagione 2005-2006 alle spalle di Steve Nash – oggi suo collega di podcast. Un cerchio che sembra non chiudersi mai, perché James continua, stagione dopo stagione, a ridefinire il concetto stesso di longevità sportiva.

Aggiornato il 24 ottobre 2025 alle ore 09:23