
La trasferta più lunga possibile. Dopo un’estenuante trattativa tra Figc e Uefa, la Serie A è riuscita a far giocare Milan-Como a a Perth, in Australia. L’esigenza di trovare una sede diversa per il match che si dovrà disputare tra il 7 e l’8 febbraio 2026 tra i due club lombardi, valevole per la 24ª giornata di campionato (girone di ritorno), nasce perché allo Stadio Giuseppe Meazza di San Siro è occupato nell’ottica delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Ma perché le squadre di due città che distano – massimo – 50 chilometri dovranno fare 18 ore di volo (minimo) per giocare nella Land down under e poi tornare in Italia? Tra Milano e Perth, in quel periodo, non era disponibile uno stadio – almeno – a metà strada? La Uefa si è trovata con le mani legate, per “lacune normative a livello globale”, e ha dovuto lasciar fare la Figc di Gabriele Gravina.
Non è chiaro, per usare un eufemismo, in che modo questa decisione della Federazione italiana tuteli il giuoco calcio. E non è la prima volta che Federazione e Lega si muovono più come promoter di eventi che altro. Non basta più dire che “servono i soldi”, oppure che quella di giocare Milan-Como a Perth sia una “vetrina internazionale”, perché una Lega Serie A, una Federazione che fa capo al Ministero dello Sport, non possono campare di espedienti in mancanza di piani programmatici per rilanciare il nostro campionato. È un’insulto all’intelligenza dei tifosi (paganti) dire che una partita in Australia sia necessaria per il bene del campionato e per la salute della Federazione. Sono semplicemente soldi facili, per loro; una trasferta sfiancante per i professionisti che scenderanno in campo – rischiando di compromettere la forma fisica e la concentrazione – e una partita in meno per i tifosi che non potranno fare poco meno di 30mila chilometri in un paio di giorni.
Il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, ha difeso la scelta con toni istituzionali: “Per noi una situazione di contingenza legata all’indisponibilità dello Stadio di San Siro si è trasformata in un’opportunità per accontentare i numerosi tifosi del calcio italiano, che avranno la possibilità di seguire la partita dal vivo a Perth, e anche per le due squadre e il calcio italiano di incrementare la visibilità internazionale e la fan base. Sono certo che i tifosi di Milan e Como, che comunque non avrebbero potuto seguire il match al Meazza, capiranno il sacrificio che in questa occasione sarà loro richiesto, ma che si rifletterà in importanti benefici per le loro squadre”.
Non tutti, però, condividono l’entusiasmo istituzionale. Adrien Rabiot ha definito la trasferta “una follia”, e l’allenatore della Lazio Maurizio Sarri ha fatto eco al centrocampista rossonero, ricordando che “i soldi non giustificano tutto”. Il Como, poi, ha invitato 50 sostenitori a unirsi al viaggio come “Ambasciatori della Serie A”, nel tentativo di dare un volto umano a un’operazione percepita come puramente commerciale. Durissimo il commento del deputato Filiberto Zaratti, che ha accusato la Federazione di snaturare il calcio italiano: “Alla faccia dei tifosi e degli appassionati, la prossima partita di campionato Milan-Como si giocherà in Australia. I giocatori delle due squadre dovranno percorrere 18 ore di volo per disputare una gara, con costi economici e ambientali esorbitanti. Caro Presidente Gravina, tutto questo sta distruggendo il calcio, in modo particolare quello italiano, trasformandolo solo in business, tutto profitti e plusvalenze. È questo che vogliono i tifosi e le famiglie? Questo non è più calcio ma il Circo Barnum”.
IL COMUNICATO DEL COMO
Il Como, con un lungo comunicato, ha provato a far rientrare la scelta della Federazione nei ranghi della ragione: “Siamo consapevoli che questo viaggio potrebbe richiedere sacrifici in termini di comodità, comfort e routine. Tuttavia, a volte il sacrificio è essenziale, non per il beneficio individuale, ma per il bene comune, per la crescita e, soprattutto, per la sopravvivenza della Lega stessa. Abbiamo tutti visto cosa succede quando una lega non riesce a evolversi. In Francia, il crollo dell’accordo di trasmissione nazionale ha lasciato i club nel caos, i giocatori senza stipendio e i tifosi demoralizzati. Il calcio francese sta ancora lottando per riprendersi da quella battuta d’arresto. Nel frattempo, la Premier League continua a dominare la scena mondiale. I suoi ultimi accordi di trasmissione hanno un valore di oltre 12 miliardi di sterline per il prossimo ciclo dal 2025 al 2029, di cui 6,7 miliardi di sterline provenienti dai diritti nazionali del Regno Unito e circa 6,5 miliardi di sterline da accordi internazionali. Per la prima volta, i suoi introiti all’estero superano quelli dei diritti nazionali. In confronto, l’accordo televisivo nazionale della Serie A ha un valore di circa 900 milioni di euro all’anno, e i suoi diritti internazionali generano meno del dieci per cento di quanto guadagna la Premier League all’estero. Questo squilibrio conferisce ai club inglesi un enorme vantaggio finanziario, consentendo loro di mantenere le loro stelle, attrarre i migliori talenti ed espandere la loro influenza globale”. Prosegue la nota: “Dobbiamo chiederci onestamente come possiamo trattenere i nostri migliori giocatori, costruire squadre competitive e attrarre l’élite mondiale in Serie A se non ci adattiamo. Non è una questione di avidità. La maggior parte dei club in Italia non è redditizia. Si tratta di garantire la sopravvivenza e costruire un futuro in cui la Serie A rimanga competitiva, rispettata e ammirata a livello globale. Il nostro obiettivo è chiaro. Vogliamo riportare la Serie A alla gloria di cui godeva negli anni Novanta, quando il calcio italiano era il campionato più seguito, più rispettato e più amato al mondo. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo evolverci, unirci e fare in modo che la Serie A torni ad essere sulla bocca di tutti. Proprio come abbiamo rappresentato con orgoglio il calcio italiano al The Soccer Tournament (Tst) negli Stati Uniti, ora portiamo la stessa missione a Perth. Non si tratta solo di una partita. È una dichiarazione d’intenti, un movimento per ricollegare il mondo alla bellezza, alla cultura e alla passione del calcio italiano. E vogliamo che tu ne faccia parte. Invitiamo 50 tifosi a unirsi a noi in questo viaggio in Australia per stare al nostro fianco come ambasciatori del Como 1907 e della Serie A. Insieme mostreremo al mondo ciò che il calcio italiano rappresenta veramente: tradizione, cuore e speranza per il futuro”.
Inutile dire che la curva si sia schierata a muso duro contro la società dopo questo comunicato. I tifosi non vogliono “lezioni di sacrificio” da Robert e Michael Hartono – i proprietari del club – che in due valgono 52 miliardi di dollari.
Aggiornato il 14 ottobre 2025 alle ore 16:57