Se Nole “tradisce” la Serbia

Poco più di mille chilometri separano Belgrado e Atene, Novak Djoković e la sua nuova casa. Dopo gli Us Open, il campione serbo non è rientrato nella sua patria ma ha deciso di trascorrere un periodo di riposo in Grecia. La notizia ha rapidamente oltrepassato i confini nazionali, alimentando ipotesi su un trasferimento definitivo di Nole e della sua famiglia nella capitale ellenica. Secondo il Daily Mail, l’ex numero uno del mondo avrebbe già iscritto i figli, Stefan (11 anni) e Tara (8), al St. Lawrence College di Atene e avrebbe acquistato una villa per stabilirvi la famiglia. Una scelta che, secondo diverse fonti, sarebbe maturata in seguito alle crescenti critiche subite in patria da parte degli ambienti filo-governativi. I media “vicini al presidente Aleksandar Vučić” lo hanno infatti etichettato come “traditore” e “falso patriota” per il sostegno espresso nei confronti delle proteste studentesche scoppiate a dicembre contro il governo e contro il leader del Partito progressista serbo. Ma, non ce ne vorranno gli amici e abitanti della capitale ellenica, vengono in mente almeno una dozzina di luoghi migliori di Atene per un atleta milionario dove vivere.

Djokovic, attraverso i suoi canali social, non ha nascosto la solidarietà ai manifestanti: “Come persona che crede profondamente nel potere dei giovani e nel loro desiderio di un futuro migliore, credo sia importante che le loro voci vengano ascoltate”, ha scritto, aggiungendo che “la Serbia ha un potenziale enorme e la sua gioventù istruita è la sua più grande forza. Ciò di cui abbiamo tutti bisogno è comprensione e rispetto”. Considerato a lungo un simbolo nazionale, il vincitore di 24 titoli Slam è finito sotto il fuoco incrociato della stampa fedele al presidente Vučić. Le tensioni politiche sono esplose dopo il crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto lo scorso dicembre e costato la vita a 16 persone. Gli studenti hanno accusato il sistema serbo di corruzione strutturale, chiedendo un profondo cambiamento politico. Djoković ha espresso vicinanza dedicando una vittoria agli Australian Open scorsi a uno studente ferito, partecipando a una partita di basket a Belgrado con una felpa recante la scritta “Gli studenti sono campioni”, e condividendo immagini delle manifestazioni di piazza con la didascalia “Storia, incredibile”. I tabloid governativi hanno reagito con durezza, accusandolo di sostenere una “rivoluzione colorata” e di essersi allontanato dai valori patriottici.

Aggiornato il 12 settembre 2025 alle ore 15:48