Royal Sinner

Jannik Sinner ha vinto. Contro Carlos Alcaraz. In Finale. A Wimbledon. Dopo aver perso, poco più di un mese fa, la Finale del Roland Garros. Sempre contro Carlitos. E dopo le delusioni di Roma e Parigi, per Jannik è arrivata la soddisfazione – forse la più grande – della sua carriera. La terza volta, come insegnano i proverbi, è quasi sempre quella buona. E solo un campione della caratura del numero uno azzurro poteva fare un comeback come quello a cui tutto il mondo ha assistito sul centrale dell’All England. I record infranti, per l’altoatesino, cominciano a essere tanti: primo italiano a vincere il torneo più antico della storia del tennis, unico italiano ad aver vinto quattro tornei Slam (cinque finali giocate e quattro vinte) e dopo Jim Courier e Andre Agassi è stato il più veloce a raggiungere il grande slam di finali in carriera. Senza troppi giri di parole, Sinner è diventato da un paio d’anni il tennista italiano più forte di tutti i tempi, e uno dei tennisti più forti della storia.

Ad accompagnare la Finale tra Jannik e Carlos (che aveva vinto le ultime due edizioni di Wimbledon) c’è stato un tifo fortemente diviso ma corretto. A differenza dello scempio visto sugli spalti del Roland Garros, che sinceramente non appartiene al tennis. Dopo un primo set – che come sanno i tennisti, lascia un po’ il tempo che trova – concesso allo spagnolo, Jannik ha cominciato a macinare colpi in attacco e in risposta come solo lui al momento sa fare, entrando nella testa dello spagnolo. Il marchio di fabbrica dell’altoatesino sta diventando infatti lo sconcerto dipinto nel volto dell’avversario di turno, atterrito dal fatto che ogni pallina lanciata in campo avversario poi ritorni indietro con forza, precisione e angolo. E quindi secondo, terzo e quarto set si sono consumati in maniera quasi identica: uno scontro fra titani in cui, nei punti decisivi, a vincere lo scambio è stato sempre Sinner. La riprova della superiorità, in questa Finale, dell’italiano è stato l’ultimo game, in cui Jannik ha servito per il set: un solo punto regalato a Carlitos con un servizio che non ha lasciato scampo allo spagnolo.

“Prima di iniziare con Carlos ci siamo detti che non avremmo mai pesato di essere in questa posizione. Quando sei giovane vincere Wimbledon è il sogno dei sogni e ora lo sto vivendo il mio sogno”, ha esordito un Sinner elegante e composto nell’intervista post match. “L’ultimo game ho servito molto bene. Sono contento per questo. Sono contento di essere riuscito a controllare i nervi”, ha aggiunto, per anticipare la domanda sui fantasmi dei tre match point falliti al Roland Garros. “A Parigi la sconfitta è stata durissima, ma non importa come vinci o come perdi, è importante capire cosa non ha funzionato e ripartire da lì – ha aggiunto il numero uno del mondo, che adesso ha staccato di più di 3.000 punti Alcaraz – devi capire cosa non ha funzionato e migliorare. È speciale avere qui i miei genitori, mio fratello, il mio team grazie soprattutto a mio fratello”, ha aggiunto Jannik.

“Ho avuto un momento non facile dopo il Roland Garros”, ha ammesso Sinner. “Ho provato ad accettare la sconfitta. Qui ho avuto una settimana prima del torneo di buoni allenamenti e oggi è andata bene. A volte devi sapere accettare gli errori. L’importante è fare le scelte giuste”, ha chiosato il campione azzurro. Che può anche ingannare molti, ma il sorriso che ha fatto dopo aver capito di aver vinto la coppa a Wimbledon è proprio quello di chi si è svegliato la mattina sapendo che si sarebbe andato a prendere quel trofeo. Costi quel che costi.

Aggiornato il 14 luglio 2025 alle ore 13:54