Champions: Donnarumma salva il Psg, passa il Barcellona

Non sono bastate due vittorie. In Champions League, quando le partite si giocano su due tempi da 90’, vittoria non sempre significa passaggio del turno. E il Borussia Dortmund ha assaporato questa amara verità ieri sera, visto che la tripletta di Serhou Guirassy – adesso capocannoniere della Coppa dei Campioni con 13 gol in 14 partite – non è riuscita a portare i Quarti di Finale di ritorno contro il Barcellona ai supplementari. Per via dell’autogol di Ramy Bensebaini, e delle ottime parate di Wojciech Szczęsny, che hanno regalato il passaggio del turno al Barcellona nonostante il dominio tedesco al Westfalenstadion. E i catalani, che hanno saputo sfruttare al meglio il 4-0 maturato al Camp Nou, non si perderanno con molta probabilità Inter-Bayern Monaco di stasera, perché chi la spunterà tra Simone Inzaghi e Vincent Kompany sarà il semifinalista che dovrà sfidare il Barça di Hansi Flick. Il risultato, al momento, sorride ai nerazzurri. Che hanno lasciato l’Allianz Arena con un vantaggio minimo propiziato dal gol di Davide Frattesi nei minuti finali. Ma in Baviera credono tutti nella rimonta.

Discorso simile va fatto per il Paris Saint-Germain, che deve il 90 per cento della sua vittoria ai Quarti a un immenso Gianluigi Donnarumma. Che ha ricordato al mondo intero perché è sempre in lizza per un posto tra i portieri più forti della storia del calcio. Grazie alle parate dell’azzurro classe 1999 l’undici di Luis Enrique è riuscito a qualificarsi alla Semifinale, nonostante aver perso la gara di ritorno contro l’Aston Villa per 3-2. Al Villa Park gli inglesi di Unai Emery hanno dato tutto e sprecato ancor di più, sfiorando più volte la rete del 4-2 che avrebbe portato il match ai supplementari. Il fotogramma perfetto che potrebbe inquadrare lo scontro fra i due tecnici spagnoli è il “liscio” di testa di Ezri Konsa, che avrebbe rimesso la qualificazione alla Semifinale in discussione. Tra i parigini invece, oltre all’estremo difensore spiccano le prestazioni di Désiré Doué nella ripresa – a cui è mancato solo il gol – e di Fabián Ruiz, il più lucido tra i giocatori di movimento.

Quindi, l’Aston Villa esce dalla Champions sicuramente a testa alta, se non con dei rimpianti. Ma sono da evidenziare in questa sede i meriti del tecnico spagnolo, chiamato a gestire un gruppo nuovo, senza i campioni che l’hanno caratterizzato per molti anni – ma pieno di nuove stelle pronte a brillare – e l’ex calciatore nato nelle Asturie è riuscito a prendere questo nutrito insieme di uomini e a dargli prospettiva e direzione, che ha portato e porterà la squadra di Parigi a togliersi molte soddisfazioni. E poi, sono passati 10 anni da quando Luis Enrique ha vinto la Coppa dei Campioni (con il Barça di Lionel Messi, Luis Suárez e Neymar Jr.) e chissà se la Finale di quest’anno metterà sul tabellone il suo Psg contro il “suo” Barcellona.

Tutto dipenderà dal match di stasera, al Santiago Bernabeu, tra Real Madrid e Arsenal. I londinesi sono avanti per 3-0, ma se c’è un luogo in cui – sportivamente – può accadere l’impossibile, è proprio la casa dei blancos. Che sono molte cose, ma non sono sconfitti.

Aggiornato il 16 aprile 2025 alle ore 13:16