
L’Inter ha un cuore immenso. Ieri sera, nell’andata dei Quarti di Finale di Champions League, gli uomini di Simone Inzaghi hanno dimostrato con i fatti perché sono arrivati fin qui nella coppa dei campioni. Passando da un girone giocato con testa ed esperienza, evitando i playoff – che hanno “condannato” invece Milan e Juventus – vincendo entrambi i match degli Ottavi contro il Feyenoord e adesso portandosi a casa una vittoria di vitale importanza, tornando dalla Baviera con un 1-2 maturato in casa del Bayern Monaco. Il primo mattatore è stato il solito Lautaro Martínez, che su assist di Marcus Thuram ha fatto gonfiare la rete avversaria dopo che i tedeschi sono stati vicinissimi al gol (è la dura legge del calcio).
Poi, nella ripresa, il Bayern ha fatto il Bayern ed è arrivato al pareggio a cinque minuti dalla fine grazie a un sempreverde Thomas Müller, che nonostante non sembri invecchiato di un minuto da quando 10 anni fa aprì le marcature in quel Brasile-Germania diventato famoso come Mineirazo, è stato deliberatamente scaricato dal Bayern. I tedeschi, infatti, non gli hanno rinnovato il contratto. E con la partita che si stava avviando inesorabilmente verso il pareggiotto, il tecnico dei nerazzurri ha deciso di giocarsi la carta – vincente – Davide Frattesi. Che quattro minuti dopo la rete di Müller raccoglie un assist perfetto di Carlos Augusto a completare un contropiede da manuale dei nerazzurri e spacca la porta dei padroni di casa. E tra una settimana, l’Inter, a San Siro, non potrà esimersi dal provare il tutto per tutto per portare a casa una Semifinale che meriterebbe a mani basse.
L’ARSENAL “ANNICHILISCE” IL REAL
La battaglia del nord di Londra si è trasformata in una Caporetto. Per il Real Madrid, s’intende. Il secondo Quarto di Finale di andata si è consumato all’Emirates Stadium, tra Arsenal e Real Madrid. I gunners si sono presentati all’appuntamento più importante della loro stagione e, perché no, della gestione di Mikel Arteta in genere, con il piglio giusto. Hanno resistito nel primo tempo alla verticalità disarmante dei blancos di Carlo Ancelotti – che sta inseguendo il suo 45° trofeo in carriera, tra quelli vinti da calciatore e da allenatore – e all’arbitraggio del signor Irfan Peljto, che ha prestato molta attenzione alla maglia del Real. Ma, in fin dei conti, qualche fallo a favore dell’Arsenal prima o poi lo avrebbe dovuto fischiare. E nel secondo tempo, da una punizione per il club londinese è arrivato il primo gol di Declan Rice, che ha tirato di destro aggirando la barriera e beffando un finora perfetto Thibaut Courtois.
Passato il 60’ il Real deve inseguire l’Arsenal, ma non riesce a fare ciò che di solito gli riesce meglio: rendersi pericoloso dalle parti del portiere avversario. Ed ecco che poco più di 10 minuti dopo il primo gol si presenta un’altra occasione su punizione per il centrocampista inglese, stavolta posizionato meglio ma più lontano. Ma Rice non lo sa e tira lo stesso, segnando un gol la cui moviola resisterà per molto tempo sugli schermi delle trasmissioni sportive. Una rete sublime che spezza le gambe alle merengues che, a questo punto, subiscono anche il 3-0 con una girata di prima del “centravanti immaginario” Mikel Merino, che affossa ancora di più il Real. Con 15’ più recupero da giocare, i gunners gestiscono la partita e si godono i festeggiamenti dell’Emirates, che è stato dal fischio d’inizio il 12° uomo in campo. Nel finale, Eduardo Camavinga si fa espellere per doppia ammonizione, e con lui probabilmente sono uscite dal campo anche le speranze del Real Madrid, che la settimana prossima al Santiago Bernabeu dovrà fare un vero e proprio miracolo. Come, però, ha già fatto in passato.
Aggiornato il 09 aprile 2025 alle ore 12:35