
Che fine ha fatto il Livorno? La squadra amaranto, conoscenza storica della Serie A, non se la passa molto bene da qualche anno. Anzi, precisamente dal 2021, quando è stata rifondata da Paolo Toccafondi (ex patron del Prato) e iscritta al campionato di Eccellenza toscano. Subito promossa in Serie D, dopo quattro anni “maledetti” tra i dilettanti gli amaranto sono riusciti a salire di categoria, tornando finalmente in Serie C (ex Lega Pro). Con quattro giornate di anticipo, il Livorno ha vinto matematicamente il suo girone, grazie al recente pareggio contro il Terranuova Traiana (fuori casa). Più di mille tifosi hanno seguito il loro colore del cuore, perché già sentivano aria di festa, di vittoria, che mancava da troppo tempo per un club storico come quello toscano. E adesso, tutta la città merita di festeggiare questa promozione sudata e meritata. Domenica 13 aprile, allo stadio Armando Picchi, il Livorno ospiterà il Flaminia e poi, molto probabilmente, seguiranno le celebrazioni.
Dopo anni difficili, dopo aver salutato il presidente Aldo Spinelli, dopo la gestione disastrosa che ne ha conseguito, il fallimento, la rifondazione, le promozioni mancate di un soffio e una posizione nel calcio italiano che nulla ha a che vedere con i fasti e le ambizioni del Livorno, gli amaranto possono dire di aver fatto il primo passo in avanti per ritornare ad essere grandi. Il ritorno tra i professionisti era di vitale importanza per il blasone e l’appetibilità della società, che ora può permettersi una programmaticità precisa e ambiziosa, e magari già da quest’estate vedremo qualche innesto importante per provare – perché no – a puntare subito alla promozione in Serie B. Anche se il salto di categoria, si sa, non è affatto facile e spesso può risultare fatale. Ma il Livorno ha il diritto e il dovere di crederci, di tornare nel calcio che conta. Gli amaranto lo devono a chi ha protetto il loro giardino, come Marco Amelia, e a chi ha portato in dote al Picchi raffiche di gol come Igor Protti, Paulinho e il campione del popolo – amaranto e amarantino – Cristiano Lucarelli.
E c’è un filo rosso che unisce il bomber toscano, che si è “comprato la maglia del Livorno” nel 2003 e il nove simbolo di questa promozione, Federico Dionisi. A 37 anni la vecchia conoscenza di Serie A e Serie B è tornato dove è diventato grande, uno che è praticamente sempre andato in doppia cifra (e oltre) nel campionato cadetto, ha deciso di ricongiungersi con la gente del porto. Una promozione che sa di risarcimento, almeno morale, per una piazza che ha sempre sostenuto le sue ragioni e i suoi colori. Soprattutto nei momenti più bui.
Aggiornato il 08 aprile 2025 alle ore 13:21